19 settembre, 2008
Spara alla moglie ferendola uccide la figlia e poi tenta il suicidio
18/09/2008
Dinamica certa circa i fatti accaduti. Si stanno appurando le cause del folle gesto. Pare che Matteo Gliatta sia andato a prendere la figlia a scuola e l'abbia portata via dicendo alla maestra che la nonna non stava bene. Abbia, poi, portato la piccola in un'area appartata e le abbia sparato un solo colpo alla testa facendo ritorno a casa. Sempre con una scusa ha convinto la moglie a seguirlo fino a Luserna Alta, in una strada isolata dove le ha sparato e ha tentato di suicidarsi.
Il Corriere riporta la testimonianza del parroco del paese: "Era una persona di una gentilezza stupenda - dice don Armando Girardi, parroco di San Martino, la chiesa frequentata dalla famiglia - ma da qualche tempo soffriva di depressione". Un'ipotesi su cui ora sono al lavoro i carabinieri. Proprio il parroco è stata una delle ultime persone a vedere l'uomo: «L'ho incontrato giovedì mattina, intorno alle 8, mentre accompagnava la figlia a scuola - racconta don Armando - ci siamo salutati e mi ha chiesto come stavo. Non avrei immaginato quello che poi è accaduto un paio d'ore dopo».
La moglie è ricoverata in ospedale a Torino. La figlia di 8 anni è stata trovata morta a causa di un colpo di arma da fuoco nel bagagliaio della loro auto.
Un uomo ha riversato una furia feroce sugli affetti più cari e poi ha tentato di suicidarsi, questa mattina, a Luserna San Giovanni, nel Torinese.
La notizia, riportata dalle agenzie, attende sviluppi circa le cause del gesto estremo ma il protagonista Matteo Gliatta, 48 anni, dipendente delle Poste di Abbadia Alpina a Pinerolo, soffre di crisi depressive.
Vive a Torre Pellice e ora è piantonato dai carabinieri all’ospedale di Pinerolo dove è ricoverato.
Pubblicato da Marilena De Giorgio 18/09/2008
http://torino.blogosfere.it/2008/09/spara-alla-moglie-ferendola-uccide-la-figlia-e-poi-tenta-il-suicidio.html
UCCIDE LA MOGLIE DAVANTI ALLA FIGLIA, E' RICERCATO
19-09-2008
REGGIO CALABRIA - Una donna, Orsola Nicolò, di 42 anni, è stata uccisa dal marito, Francesco Manti, di 53 anni, nel corso di un litigio a Montebello Jonico.
All'omicidio, avvenuto mentre la donna era nei pressi della sua abitazione, ha assistito una delle due figlie della coppia. Manti è fuggito ed è ricercato dai carabinieri e dalla polizia.
E' stata la stessa bambina a chiamare i carabinieri. La donna e' stata uccisa con otto colpi di pistola sparati con una pistola calibro 7,65 legalmente detenuta.
La bambina, in stato di choc, e' stata portata negli uffici della caserma dei carabinieri di Montebello Jonico. Sul luogo del delitto gli investigatori hanno sequestrato i bossoli. I carabinieri ed i poliziotti stanno attivamente ricercando Francesco Manti.
Manti si era separato da qualche mese dalla moglie. Alla separazione si era giunti dopo anni di litigi scaturiti dalla gelosia dell'uomo. Anche oggi, secondo quando si e' appreso, Manti ha incontrato la moglie e la figlia di nove anni nei pressi dell' abitazione e subito dopo e' nato un violento litigio.
Manti ha quindi estratto la pistola, legalmente detenuta, ed ha sparato tutti i colpi contenuti nel caricatore. La donna e' stata raggiunta in diverse parti del corpo ed e' morta all'istante. Subito dopo l'uomo e' fuggito facendo perdere le sue tracce. Gli investigatori stanno anche sentendo i familiari della coppia.
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/2179385.html
Il Narcisista
Una delle caratteristiche principali dello Stalker è il narcisismo.
Prende il nome dal mito di Narciso, un uomo che, specchiandosi nelle acque, si compiaceva della sua bellezza, restando prigioniero di se stesso e invischiato in un rapporto fusionale con la sua immagine. Nel mito Narciso fugge, non si concede a chi lo ama e soffre per lui. E’ autonomo, mostra di non aver bisogno di nessuno e di non accorgersi degli altri, che elude puntualmente…
I narcisisti sono di solito intelligenti, simpatici, geniali, eloquenti, incantatori, desiderosi di conquistare tutti e molto sicuri di sé.
Sono persone che attraggono e conquistano, ma dalle cui storie si esce spesso ‘massacrate’.
Si dice che viviamo in una società affetta dal narcisismo, dove il soddisfacimento immediato e lo sfruttamento interpersonale costituiscono il fine primario.
Uomini e donne possono essere ugualmente narcisisti, ma mentre le donne, per ragioni storico-culturali sono portate a smussare i loro tratti caratteriali perché culturalmente più bisognose e attente alle relazioni sentimentali, gli uomini invece, trovano nel lavoro, nella carriera e nel successo, la sicurezza e la soddisfazione personale.
Non sentono la necessità di smussare il loro carattere all’interno della relazione e vengono accettati maggiormente per quello che sono.
Ma come si riconosce un narcisista?
Innanzitutto bisogna diffidare delle apparenze, ossia dall’uomo “troppo”: troppo brillante, simpatico, intelligente, spiritoso, galante…"troppo" perfetto per essere vero!
Un narciso un giorno ti fa sentire una regina e un altro ti mortifica e critica aspramente oppure t’ignora completamente.
Ti accusa apertamente di qualcosa, giocando il ruolo della vittima o di chi non ha alcuna responsabilità nella faccenda.
Cammina per strada alcuni passi davanti a te.
Osteggia qualsiasi tua decisione o iniziativa per il solo fatto che è partita da te e non da lui.
Quando è in compagnia, vuole stare al centro dell’attenzione e ti relega al ruolo di semplice spettatrice.
Nei piccoli gesti quotidiani, soddisfa le sue esigenze personali anziché quelle di entrambi.
Non solo. Il narcisista (o narciso) mette in atto una serie di condizionamenti che paralizzano la partner, mettendola in uno stato di incertezza e tenendola in suo potere in maniera sadica.
Un narcisista è meglio averlo come amico che come partner!
Oggi viviamo purtroppo in una società in cui l’autonomia è considerata più importante della responsabilità morale. L’eroe sembra essere chi vive le relazioni senza impegno e senza preoccupazione per il benessere della partner.
Il narciso vuole piacere alla gente, essere ammirato e gratificato.
Chi vive al suo fianco – parlo della partner - è spesso il capro espiatorio dei suoi stati d’animo. Se il narciso si sente troppo “legato” a lei o se la sente troppo forte, si vendica colpevolizzandola e attaccandola apertamente oppure richiudendosi nel silenzio e nella passività per ristabilire la sua supremazia di potere.
A volte sceglie una donna forte per poterla rendere debole, e quando lei diventa debole, non prova più alcun interesse nei suoi confronti.
Con i narcisisti difficilmente s’instaura una relazione in cui l’uno dipende dall’altro per lo sviluppo delle rispettive potenzialità. Il narciso è diffidente, rende la compagna insicura e la svaluta, fa di tutto per ingelosirla…E’ un rapporto davvero frustrante!
Il narcisista attrae donne dipendenti. Il fatto di essere un uomo “perfetto”, dà loro l’illusione di poter instaurare un rapporto di condivisione totalizzante.
Un narciso ha un rapporto alla pari solo con un altro narciso, ma è un rapporto alla lunga difficile.
Pensare di poter cambiare un narcisista è come un gioco al massacro (il proprio, però!). Egli desidera soltanto che la sua partner si adatti a tutti i suoi desideri. Sempre sulla difensiva, nel timore di darle troppo potere, è insofferente e permaloso. Non sopporta di essere criticato e reagisce in modo rabbioso anche per un appunto banale che lei gli fa.
Il narcisista è imprevedibile e ama stupire. Ha una grande capacità di cogliere i punti deboli degli altri e di farli notare.
La sua attività professionale, soprattutto se brillante e autonoma, costituisce l’aspetto predominante della sua vita perché gli dà la possibilità di dimostrare quanto vale.
Ha una forte tendenza a usare gli altri per ottenere ciò che vuole e quando non ottiene ammirazione, mette in atto giochi di potere per sentirsi più forte e lo fa o seducendo oppure denigrando e accusando chi non lo ammira o non la pensa come lui.
Vive in perenne competizione con gli altri, nel timore che qualcuno lo superi o sia migliore di lui.
http://escialloscoperto.blogspot.com
18 settembre, 2008
Ex marito ucraina: ero geloso e le ho uccise
17/09/2008
Ha confessato Anacleto Roncalli, l'uomo di 67 anni, ex marito di Natalia Holovko, una delle due donne trovate morte a Villa d'Adda nel bergamasco. Entrambe le donne sono state uccise per gelosia a coltellate: l'ex moglie nel garage della sua abitazione e l'altra, Alla Smirnova, nella sua automobile mentre andava al lavoro. L'uomo era infatti geloso della ex moglie nonostante i due si fossero lasciati ormai da circa un anno e mezzo. L'uomo era convinto che le due avessero una storia omosessuale.
Trovata l'arma del delitto - Si tratterebbe di un coltello da cucina con la lama di 20 centimetri, recuperata nell'auto della seconda vittima a Locatello. I sospetti si sono subito concentrati sull'ex marito di Natalia Holovko che è stato arrestato nei pressi del carcere di Bergamo. L'uomo avrebbe già cercato di uccidere in passato la moglie dalla quale era separato da tempo. Nell'abitazione della donna gli inquirenti hanno trovato alcuni biglietti scritti dall'uomo contenenti una sorta di memoria in relazione alla vita privata della donna. Roncalli e la ex moglie.
Era madre di due figli - La donna viveva con uno dei due figli avuti da un precedente matrimonio ucraino: Nikita, 16 anni, che stamattina era al lavoro a Milano. Un secondo figlio, Alexander, 21 anni è sposato e vive in Ucraina. Natalia Holouko e l'altra vittima, Alla Smirnova, 42 anni, trovata uccisa a Locatello, erano amiche, e pare che fossero state entrambe ripetutamente minacciate da Roncalli.
Da sempre liti e gelosia - Roncalli aveva conosciuto Natalia Holouko diversi anni fa a Milano; il loro matrimonio, secondo le prime indiscrezioni, aveva avuto un andamento molto burrascoso a causa della morbosa gelosia dell'uomo. E dopo anni di scenate e litigi si era arrivati alla separazione. Ma l'uomo non si era rassegnato, continuava a controllare la vita della ex moglie. Tanto che era andato a casa della donna ed era scoppiato l'ennesimo violento litigio.
I ritrovamenti - Sono state le urla a spingere una vicina di casa a scendere a controllare cosa stesse succedendo, vedendo i piedi della vittima spuntare dal garage. Quanto alla seconda donna assassinata, Alla Smirnova, 42 anni, da qualche anno viveva a Locatello in Valle Imagna. Il suo cadavere, con una coltellata al collo e una all'addome, è stato trovato all'interno di una Lupo Volkswagen rossa ferma al lato della provinciale che da Locatello va a Fuipiano. Il cadavere è stato rinvenuto un paio d'ore dopo quello di Natalia Holovko.
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/08/settembre/17/ucraine_uccise_giallo_876.html
07 settembre, 2008
STALKING
03 settembre, 2008
In ricordo di Antonella
Entrambe le protagoniste di queste due storie si chiamano Antonella e non hanno in comune soltanto il nome..
La prima, 18 anni, bionda, carina e con la passione per la musica. Antonella Ferro frequentava l'Istituto d'Arte di Sciacca quando morì.
Da qualche anno amava Mariano ma il loro rapporto si era rovinato a causa di un tradimento da parte di lui e Antonella lo aveva lasciato. Mariano Balistreri, sergente a Trento nel II Reggimento Genio Guastatori, non voleva rinunciare a lei e la tempestava di telefonate.
All'inizio l'aveva inutilmente pregata di ripensarci e poi l'aveva minacciata tanto che, il padre di Antonella, l'aveva denunciato ai carabinieri.
Data la distanza chilometrica tra i due ex fidanzati (uno in Trentino e l'altra in Sicilia) nulla lasciava presagire che Mariano stesse preparando l'omicidio.
Mariano, in licenza ordinaria per qualche giorno, quella mattina del 20 marzo 2000, si recò a Raffadali (Agrigento), paese di Antonella e attese sotto casa che lei uscisse, cosa che lei fece alle 7.30. Salita sul suo scooter, Mariano la colpì tre volte accoltellandola (una di queste al cuore), non dandole neppure il tempo di rendersi conto di ciò che le stava succedendo. Soccorsa dai suoi familiari, Antonella morì poco dopo durante la corsa in ospedale.
Mariano si costituì ai carabinieri dichiarando: "Continuava a respingermi, ma io l'amavo, non potevo vivere senza di lei".
Antonella Russo ha lasciato un grande vuoto, soprattutto per la lezione di coraggio che ci ha dato. Lei, una ragazza di appena 23 anni, ha pagato con la vita il suo rifiuto alla violenza.
Quindici anni fa suo padre morì e lei, insieme alla sorella Milena e alla madre, strinsero un legame affettivo ancora più forte.
Quando la mamma di Antonella trovò un nuovo compagno, le due sorelle lo accolsero come uno di famiglia. Ma Antonio Carbonara diventò col tempo sempre più violento con la sua mamma e questo Antonella non poteva sopportarlo, sentiva che doveva proteggerla.
Lei, così giovane, trovò la forza e la determinazione di cacciare di casa il Carbonara e di cambiare la serratura dell'abitazione. Andò anche a denunciarlo ai carabinieri per detenzione di un'arma da fuoco. Temeva per sua madre.
Così, quella mattina del 20/02/2007 a Solofra (Avellino), Antonella accompagnò la madre al lavoro molto presto e, ritornando verso casa, incontrò Carbonara che la fermò (forse credette che l'uomo volesse chiederle un chiarimento).
Invece Carbonara si avvicinò al finestrino dell'auto e le esplose quattro colpi di pistola, due dei quali alla testa. L'uomo non sopportava che quella ragazza così coraggiosa e forte potesse opporsi alla sua relazione con la madre.
Antonella era una ragazza che amava la vita, era gioiosa e stava per laurearsi. Il Rettore dell'Università che frequentava ha deciso di assegnarle la laurea ad honorem.
Il coraggio di Antonella ha commosso tutti. Laura Pausini (sua cantante preferita) le ha dedicato il concerto del 2 giugno. Numerose sono state le iniziative per ricordarla.
"Terra!", il settimanale del TG5, le ha dedicato uno speciale. Vedi video:
Visita il sito di Antonella www.antonellarusso.com, una ragazza davvero unica.
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