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30 dicembre, 2008
16 dicembre, 2008
Si suicidò dopo lo stupro. Niente processo ai minori
di Marco Pasciuti
La violentarono nel novembre 2006 nel rione Paolo VI, quartiere a rischio di Taranto. Poi confessarono, avevano solo 16 anni. Lei era una bambina, di anni ne aveva 13 e pochi mesi dopo, aprile 2007, si suicidò lanciandosi dal balcone di casa: nel suo diario aveva raccontato nei dettagli lo stupro subito.
Ora i violentatori non andranno a processo e non rischiano condanne. Il gup del Tribunale per i minori di Taranto ha deciso di non optare per il rinvio a giudizio, ma per la "messa alla prova": i due saranno per 15 mesi ad osservazione, impegnati in un programma di assistenza agli anziani.
Se in questo periodo rispetteranno gli impegni, il processo sarà cancellato.
Il dolore dei genitori della tredicenne, invece, resterà intatto.
Critico Telefono Rosa.
LEGGO, Giovedì 11 Dicembre 2008
FIRMIAMO PER TUTELARE MAGGIORMENTE I NOSTRI FIGLI!
13 dicembre, 2008
Vecchia violenza, nuove vittime
Vecchie forme di violenza perpetrate su nuove vittime. Così è cambiata la violenza sulle donne, quella che si consuma dentro le mura di casa e che in Italia miete più vittime. I recenti fatti di cronaca in Calabria stessa mostrano chi siano queste nuove vittime: ragazze straniere, dell’est, giunte in Italia magari per lavorare come badanti di uomini anziani e uccise dai loro datori di lavoro per una gelosia e un senso di possesso che non ha giustificazione, colpevoli solo di essere belle ed esotiche.
Siamo ancora lontani dal trovare una soluzione contro gli abusi che potremmo definire tradizionali nella società italiana e che fino a qualche tempo fa trovavano attenuanti anche nel mondo giuridico.
Solo dagli anni ’90 ad oggi si è cominciato a rendere più giustizia alle donne morte per colpa dei loro uomini. E’ del 1993 la definizione di violenza di genere, mentre dobbiamo aspettare il 2001 perché gli stupri siano trasformati giuridicamente da reati contro la morale a delitti contro la persona. Con questo cambiamento, La donna acquista dignità di persona. E’ ancora in via di definizione il grado di molestia che una donna può subire, dalle percosse, allo stalking, allo stupro, all’omicidio.
.......
http://www.reggiotv.it/news.php?id=5577
Alessia Luccisano, Venerdì 12 dicembre 2008
07 dicembre, 2008
Violenza in famiglia
Ricordi questo spot televisivo?
Ebbene sì...l'ho fatto anch'io.
Anch'io ho inventato una scusa per nascondere agli altri il mio problema: un marito violento.
Ricordo che ero in vacanza con la mia bambina appena nata quando, durante una discussione, mio marito mi diede uno schiaffo così violento che per minuti che mi parvero interminabili, non riuscii a vedere da un occhio.
Fui terrorizzata all'idea di aver perso la vista e non mi ci volle molto a capire che la conseguenza di quel gesto sarebbe stata un vistoso occhio nero. Il mio allora marito, anzichè preoccuparsi di portarmi a fare una visita oculistica, si affrettò di farmi comprare dei grossi occhiali scuri che coprissero il suo gesto.
Al ritorno dalla vacanza, dovetti dare un dispiacere ai miei familiari che, avendomi cresciuta in una cultura di non-violenza, titubanti, mi domandarono in che modo mi ero fatta quell'occhio nero.
Per essere più originale, mi inventai che ad una frenata in auto con mio marito, avevo sbattuto la faccia contro il vetro (allora non c'era ancora l'obbligo delle cinture). Scusa alquanto stupida, visto che non ci credettero.
Per la verità, già da fidanzati mio marito mi aveva schaffeggiata, ma lo avevo giustificato dicendo a me stessa che si era trattato di un "incidente", considerato i problemi egli diceva di avere.
Peccato che questi "incidenti" negli anni si sono susseguiti fino a convolgere gli stessi figli e la stessa bambina della vacanza che, divenuta più grandicella, ha ricevuto dal padre uno schiaffo con una violenza tale da non farla sentire dall'orecchio.
Questa volta, denunciato l'accaduto ai Servizi Sociali, la loro psicologa ha liquidato l'episodio come "normale metodo educativo". Se tale psicologa ritiene "normale" un simile comportamento...! E non è stato purtroppo solo un caso isolato...
I peggiori nemici delle donne sono proprio...alcune donne!
Non so quanti soldi si spendano per le campagne antiviolenza...La violenza si combatte innanzitutto destituendo coloro che, immeritatamente, ricoprono ruoli di tutela ai più deboli mentre invece non lo fanno.
Ricordi il caso dei bambini di Gravina di Puglia? La madre per anni ha denunciato il marito violento ma i Servizi Sociali non le hanno creduto, arrivando addirittura, a preferire lui nell'affidamento dei figli.
Di casi come questi, ahimè, ce ne sono tanti, ma nessuno ne parla perchè sull'operato di questa, se si può dire, "specie protetta", cala il silenzio stampa.
Finchè i giudici si affideranno a questi operatori per dirimere le controversie familiari e finchè l'opinione pubblica (ovvero chi non ha mai avuto a che fare direttamente con queste persone) continuerà a considererle delle "fatine buone con la verità in tasca che aiutano le persone", in molte famiglie italiane, secondo me, regnerà l'ingiustizia e la tragedia (anche senza morti).
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