25 marzo, 2008
La Sindrome della Ex
La chiamano "la sindrome della ex". E' quella che prende i mariti che non si rassegnano di aver perduto la donna amata e (quando non sfocia nello stalking o peggio ancora nell'omicidio) la cercano in ogni donna che le somiglia, oppure cercano di riconquistarla.
Accade a molti personaggi famosi e non solo. L'ultimo è quello discusso tra Sarkozy e la ex moglie Cécilia.
Chi non ricorda la storia d'amore durata decenni a colpi di abbandoni e riconciliazioni tra Richard Burton e Liz Taylor? Pare che questa sindrome colpisca gli uomini, che non si rassegnano all'abbandono della loro donna, trasformando questa ossessione in tormento, talvolta anche per il resto della loro vita.
Molte volte accade che essi si leghino subito ad un'altra donna con la speranza che "chiodo schiaccia chiodo", riescano così a dimenticare la loro ex, ma è una lotta contro se stessi che, alla lunga, lascia il posto all'amarezza.
Il ruolo della seconda è un ruolo scomodo, dove a volte subentra l'ossessione del paragone con la rivale uscita di scena. Lo sa bene Loredana Lecciso che ha dovuto competere con la tanto amata dal pubblico Romina Power. Dopo la fine di un amore, bisognerebbe prendersi un periodo di 'lutto interiore', sforzandosi di analizzare il rapporto finito e tutto ciò che può non aver funzionato.
Al contrario dell'uomo, quando una donna decide di chiudere una storia d'amore, lo fa con convinzione e se mostra di non gradire i tentativi di riavvicinamento del suo ex, continuare a persistere reca danno e disagio sia a lei che all'uomo che si macera in una sofferenza inutile.
Rimane il rimpianto dell'amore perduto, certo. Di quello che "non si è capito prima" e di quello che "si sarebbe potuto fare per salvare il rapporto", ma questo è assai difficile da cancellare.
Accade anche che, talvolta dopo l'abbandono, i due ex coniugi continuino ad avere una storia di sesso, non avendo il coraggio di recidere definitivamente il rapporto e dirsi addio per sempre.
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19 marzo, 2008
Perseguitato da un diciottenne
Ferrara, caso di "stalking" estremo. Da due anni un giovane
vive terrorizzato dalle angherie di un altro ragazzo: "Si è preso la mia vita"
L'aguzzino è stato confinato in casa dal giudice. Ora, però, uscirà
e ha fatto sapere a un'amica dell'altro: "Quando esco lo uccido"
di LUIGI SPEZIA
BOLOGNA - "Lui si è preso tutta la mia vita, non so più cosa ci sto a fare a questo mondo". E' una storia estrema di bullismo, meglio ancora di "stalking", di un un diciottenne su un ragazzo poco più giovane, un adolescente di 16 anni che condivideva con lui gli stessi luoghi di ritrovo a Ferrara.
Quale che sia la definizione corretta, è un caso che esce persino dai canoni di queste categorie di devianza. Il sedicenne è caduto in una profonda in crisi depressiva, è seguito da uno psicologo, rischia di mettere a repentaglio la sua vita. Una storia venuta alla luce per l'appello della madre del sedicenne, angosciata dalla prospettiva che tutto ricominci. Nei prossimi giorni, infatti, il diciottenne uscirà di nuovo di casa, dove un giudice, il gip Silvia Migliori, l'ha dovuto confinare da dicembre, prima del processo che si terrà al Tribunale dei minori di Bologna per una sfilza di reati, da violenza aggravata e continuata a tentate lesioni personali a molestie e disturbi continuati.
La persecuzione dura da un paio di anni. I due ragazzini si erano conosciuti in una compagnia fuori della scuola (il maggiorenne non studia più) e da allora per il più piccolo, di buona famiglia, bravo a scuola e a giocare a tennis, è stato un incubo quotidiano. Fino a 80 telefonate al giorno sul cellulare di minaccia o di irrisione, fino a sessanta a casa, fino a trenta sul cellulare del padre. Una violenza psicologica continuata che si è tradotta anche in aggressioni fisiche: botte in un ristorante, tre colpi alla nuca alla stazione di Ferrara, un inseguimento in moto. "Non vogliamo nulla, neanche un euro di risarcimento - supplica la madre - basta che mio figlio torni ad essere sereno e non sia più minacciato. Abbiamo paura, ho paura che mio figlio faccia una sciocchezza".
L'avvocato Marco Linguerri ha chiesto la proroga della detenzione a casa, ma il tempo stringe. Dopo un esposto, anche il questore di Ferrara Lugi Savina, nell'ambito dei suoi poteri, aveva convocato i ragazzi e i rispettivi genitori, per cercare di capire e di mettere fine alla faida unilaterale tra minorenni. "Ho parlato con il maggiore dei due - racconta - e ho cercato di farlo ragionare. Gli ho detto che, pur con la sua stazza atletica, si stava comportando da bambino. Sembrava mi avesse ascoltato, ma dopo pochi giorni tutto è ricominciato. Eppure anche i genitori erano disponibili a risolvere la situazione, ma non vengono seguiti dal figlio. Che dire? E' una storia moderna amara che avevamo cercato di bloccare, ma non ci siamo riusciti. Il grande è spalleggiato da un gruppetto di amici, di fronte ai quali vuol dimostrare di essere forte".
E non demorde. Di recente, un'amica del ragazzo sarebbe stata contattata dal diciottenne che le avrebbe inviato un messaggio tramite Internet: "Appena lo trovo ti giuro che lui finisce di parlare. Appena lo trovo muore..."
http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/stalking-ferrara/stalking-ferrara/stalking-ferrara.html
16 marzo, 2008
C’eravamo tanto amati..
E’ stato un amore bellissimo e avevi creduto di aver trovato finalmente la persona giusta con cui condividere il resto della tua vita.
Avevate fatto tanti progetti insieme: una bella casa, dei figli vostri che vi somigliassero, una vita serena e felice, una vecchiaia da condividere allietata, perché no, anche da qualche nipotino..
Ma tutto questo, a poco a poco, tra insulti, mortificazioni, dispetti, strattoni fino alle mani e violenze psicologiche, è andato in frantumi, lasciando il posto a recriminazioni e l’imputazione reciproca di colpe ed errori, dove, a farne le spese maggiormente, sono i figli.
Le paroline dolci, scambiate all’inizio del vostro rapporto sono state sostituite ad una vera e propria violenza verbale e psicologica dove il tuo partner non perde occasione per ripeterti che non vali nulla e talvolta, anche in presenza di altre persone, non ti risparmia le sue battute e stoccatine denigratorie.
E se dimostri di non gradire il suo comportamento, ti dirà che “sei permalosa” oppure, se ti andrà bene, che era soltanto “arrabbiato”.
Ma lo rifarà ancora e tu, pian piano, ti abituerai a questa situazione e ti convincerai di non valere davvero nulla, corrodendo in tal modo la tua autostima. A meno che…tu non decida, in un barlume di lucidità, di dare un taglio a tutto questo separandoti dal tuo partner.
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06 marzo, 2008
In ricordo di Debora e Antonella
Debora e Antonella, accomunate dallo stesso tragico destino, quello di essere state barbaramente uccise dai loro persecutori. Cronaca di due morti annunciate.
Entrambe avevano denunciato per lungo tempo gli uomini che le perseguitavano e le terrorizzavano. E che sarebbero poi diventati i loro aguzzini. Casi gravissimi di Stalking. Quante altre donne dovranno morire così prima che lo Stato si desti?
Debora e Antonella erano due giovani e belle ragazze con un futuro davanti a sè, prima che qualcun altro decidesse diversamente per loro. E' inaccettabile che un essere umano possa decidere di sopprimere un'altra vita, così com'è inaccettabile l'inadeguatezza della pena a cui essi sono sottoposti.
Debora Rizzato aveva soltanto 25 anni quando, quella mattina del 22 novembre del 2005, Emiliano Santangelo la aspettò nei parcheggi dell'azienda di Cossato (Biella) in cui la ragazza lavorava come operaia. Quel giorno nevicava e Santangelo, appena la vide la tamponò con la sua auto costringendola a fermarsi, dopodichè la accoltellò per sette volte alla schiena e la finì mettendo in moto l'auto di Debora e passando sopra il suo corpo. Infine Santangelo tentò la fuga braccato dalle forze dell'ordine che lo catturarono a Genova dopo aver commesso delle infrazioni.
Già nel 1995 Santangelo aveva abusato sessualmente della povera Debora. Lei aveva soltanto 14 anni allora e il suo violentatore, che aveva già violentato altre donne, finì in carcere per tre anni. Quando uscì, per sette anni di fila tra un processo e l'altro, minacciò, aggredì e perseguitò la ragazza.
Debora per 10 lunghi anni chiese aiuto alle Istituzioni prima che il suo assassino portasse a compimento il suo proposito.
Trama simile ha la vicenda di Antonella Multari, uccisa il 10 Agosto 2007, vigilia del suo trentatreesimo compleanno, con 40 coltellate dal suo ex fidanzato Luca Delfino che non accettava la fine del loro rapporto. Perseguitava e minacciava sia lei che la sua famiglia.
L'omicidio fu commesso a Sanremo e l'uomo, 30 anni e già indagato per l'omicidio di un'altra sua ex, Luciana Biggi, venne arrestato con le mani e i vestiti ancora sporchi di sangue. Antonella Multari e i suoi familiari avevano denunciato Luca Delfino per percosse, violenza privata, minacce e molestie...
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05 marzo, 2008
A letto con il nemico
Sleeping with the Enemy
Chi non ricorda A letto con il nemico interpretato dalla strepitosa Julia Roberts e già trasmesso dalle nostre reti televisive? E' un film americano prodotto nel 1991 che affronta il problema della violenza domestica ed è tratto dal romanzo di Nancy Price. Laura Burney (Julia Roberts) sposa un uomo bello, ricco e di successo. Vive in una casa da sogno sulla spiaggia col marito ed ha tutto ciò che una donna possa desiderare per essere felice ma...
Ma Martin (il marito) si rivela ben presto un uomo violento, possessivo e psicopatico. Costringe Laura a cose maniacali, come ad esempio allineare i barattoli in ordine alfabetico oppure allineare precisamente gli asciugamani in bagno. La picchia brutalmente per motivi futili e la controlla in modo ossessivo.
Per Laura i tre anni e sette mesi di matrimonio vissuti con Martin nel terrore, fanno sì che riprenda coscienza di sè e, durante una gita in barca con lui, si finge morta annegata per sfuggirgli e ricominciare un'altra vita. Cambia identità e si trasferisce nel Midwest dove trova lavoro in una biblioteca. Nonostante ciò, continua a vivere nella paura che il marito possa ritrovarla, finchè non fa amicizia con un suo vicino di casa ed inizia a fidarsi di lui.
Martin scopre però che la moglie è ancora viva e la cerca per ucciderla. Finchè, dopo varie ricerche, la trova e Laura, dopo una breve colluttazione con lui ed aiutata dal suo nuovo amico, gli spara, uccidendolo.
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