"Hai chiamato la volante quella sera e volevi farmi mettere in manette solo perchè avevo perso la pazienza, la speranza..."
(Marco Masini, Bella stronza, 1995)
A volte, la crisi si può risolvere solo con l'intervento della giustizia..Ma una sentenza viene pronunciata solo sulla base di prove..Quando una vittima è decisa a separarsi dal coniuge aggressore, deve trovare un modo perchè gli attacchi si verifichino in presenza di terzi, che potranno testimoniare. Deve anche conservare tutte le tracce scritte che possono aiutare in tal senso. Denigrazione, svalutazione, isolamento, se sono provati, costituiscono motivi di divorzio.
La molestia telefonica è un crimine: per conoscerne l'origine si può chiedere al procuratore della Repubblica che il proprio apparecchio sia messo sotto controllo.
Se hanno avuto anche loro atteggiamenti violenti per reazione, le vittime esitano a denunciare. Eppure, la provocazione (ad esempio gli insulti) fa cadere la qualificazione penale. La giustizia riconosce che la violenza della vittima era giustificata dagli insulti del partner.
I giudici sono molto diffidenti di fronte alle manipolazioni perverse. Temono di essere manipolati anche loro e, mossi dall'intenzione di conciliare ad ogni costo, si tutelano da entrambe le parti promuovendo mediazioni troppo tardive. Ecco allora che lo stesso processo di svalutazione insidiosa, che consiste nell'addossare ogni responsabilità alla vittima, si sviluppa con l'involontaria complicità del mediatore.
E' illusorio cercare di ottenere un dialogo vero e proprio con un perverso, perchè riuscirà sempre a mostrarsi più abile e si servirà della mediazione per screditare il suo partner. La conciliazione non deve andare a scapito di una delle parti. La vittima ha già sopportato molto, non bisogna pensare che possa fare altre concessioni.
L'unico modo per proteggere la vittima e impedirle di reagire alle provocazioni dirette o indirette è isituire ordinamenti giuridici rigidi ed evitare qualunque contatto tra le parti, nella speranza che un giorno il perverso distolga l'attenzione o allenti la sua pressione.
Quando ci sono dei bambini, soprattutto se sono a loro volta oggetto di manipolazione, la vittima deve prima di tutto salvarli per poterli poi proteggere dal rapporto perverso. Questo implica che, a volte, si passi oltre le reticenze dei bambini, i quali preferirebbero che nulla cambiasse. E' la giustizia che ha il compito di prendere misure protettive allo scopo di evitare i contatti che potrebbero riattivare il rapporto perverso.
Marie-France Hirigoyen, Molestie morali
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