26 maggio, 2010

Torino, uccide la moglie a coltellate: l'associazione pro padri lo giustifica


di Roberta Lerici

Ecco l'incredibile commento all'omicidio di Torino, avvenuto nella sede dei servizi sociali, dove un poliziotto ha sferrato alla moglie una trentina di coltellate davanti all'assistente sociale. Sul sito "genitori sottratti", in pratica, si giustifica l'omicidio, a cui l'uomo sarebbe arrivato per esasperazione, ovvero la moglie sarebbe in realtà responsabile del gesto dell'uomo, che non va liquidato come un semplice omicidio, secondo l'associazione, perchè "occorre capire il dramma di questo uomo e comprendere perchè sia stato costretto ad agire in questo modo estremo, capire perchè abbia perso la pazienza".

In realtà su Il messaggero leggiamo, "L'uomo, programmatore informatico che era seguito anche dai servizi psichiatrici del consorzio, accusava la moglie di avere “montato” le figlie contro i nonni paterni, dove avrebbe voluto sistemarle quando sarebbe toccato a lui accudirle". Non conosco il caso, e da ciò che si scrive non dovrebbe conoscerlo neppure l'associazione in questione, che però ha già deciso che l'uomo "va capito". Inutile sottolineare la gravità di simili affermazioni ma dobbiamo constatare che ormai troppo spesso la giusta battaglia per i diritti dei padri, si trasforma in realtà in una guerra alle donne, che raggiunge nei casi più estremi anche l'istigazione alla violenza.

In questo articolo non c'è una sola parola di compassione per una donna che, volenti o nolenti, è morta.Non c'è una critica alla gestione che è stata fatta della separazione di questa coppia in cui, certamente, qualche segnale di squilibrio l'uomo doveva aver già dato se è vero che da due anni era seguito dai servizi psichiatrici.

In genere non si arriva a commettere un gesto di tale violenza senza dare segnali e dovremmo quindi chiederci come mai nessuno se ne sia mai accorto, oppure se si sarebbe potuto fare qualcosa per prevenirlo.

Invito, quindi, chi si batte per i diritti dei padri a condannare il contenuto di questo articolo, come dovrebbero fare tutte le persone civili. L'odio non ha mai portato a nulla e, soprattutto, in casi come questi, la "difesa di genere " rischia di far perdere credibilità alle tante associazioni nate allo scopo di tutelare i diritti dei padri. Tra questi diritti, però, non credo sia compreso l'omicidio.

Ed ecco l'articolo trovato sul sito dell'associazione: "Genitori sottratti"

Poliziotto uccide la moglie, a Torino
Torino, 11 mag. (Adnkronos) -
Ha accoltellato la moglie davanti a un'assistente sociale sferrandole, a quanto pare, una trentina di coltellate. E' accaduto questa mattina a Collegno (Torino) e i carabinieri hanno gia' arrestato l'autore del delitto. L'episodio e' accaduto al Cisap, il Consorzio intercomunale servizi alla persona dove la coppia si era recata per discutere di alcuni problemi famigliari. Improvvisamente l'uomo ha estratto un coltello e ha iniziato a colpire la moglie. Per la donna non c'e' stato nulla da fare. Immediatamente e' scattato l'allarme e i carabinieri sono intervenuti riuscendo a bloccare l'omicida.

La discussione si è inasprita per via dell'affido delle due bambine, Ora, noi ci immaginiamo un ipotetico dialogo, disarmente e squallido, comune a migliaia di altri incredibili ed avvilenti dialoghi tutti uguali e vediamo l'assistente sociale difendere la parte debole di default: la madre, e raccontare all'uomo gli "spazi" in cui avrebbe dovuto ridurre le sue pretese e la sua genitorialità, ci immaginiamo e temiamo che proprio questo dialogo sia stato determinante per scatenare l'episodio-violento, questa "compressione" e successivo "annichilimento" che non sempre vengono accettati e sopportati senza battere ciglio, anche se migliaia di padri tacciono e masticano bile e muoiono "dentro", per tutta la vita, padri senza la pistola, mentre altri, come il poliziotto in causa, ci immaginiamo, abbia scelto di agire un gesto estremo, trascinando nella morte l'altro genitore e le sue , ci immaginiamo, assurde richieste di esclusività.

Un servitore dello stato, uno che, con grande probabilità chissà quante volte sarà stato chiamato a dissipare liti fra coniugi riguardanti situazioni come quella in cui si è trovato stavolta lui stesso. Poprio lui, ci immaginiamo che probabilmente già sapeva come vanno a finire per un padre queste cose. Ci immaginiamo i servizi sociali e la donna nell'atto di "tirare la corda al massimo" e sempre di conseguenza ci immaginiamo i germogli del dramma scoppiare in una situazione assai fertile.

Ed ecco balzare alla cronaca un fenomeno che non si può aggiudicare semplicemente a perdita di lucidità , occorre capire il dramma di questo uomo e comprendere perchè sia stato costretto ad agire in questo modo estremo, capire perchè abbia perso la pazienza, e comprendere l'habitat in cui il dramma stava crescendo, definire questa situazione prima di gridare banalmente all'assassinio, perchè sappiamo bene che queste forme di pazzia lucida, raramente hanno retroscena patologici, spesso sono indotte da situazioni di estremo stress o da comportamenti vessatori. Ci chiediamo se questo uomo verrà spedito all'ospedale psichiatrico per un tentativo di recupero come accade per l'80 percento delle madri assassine o, se una volta in cella, butteranno via le chiavi come accade al 90 percento degli uomini, un per l'altro.

E poichè ci immaginiamo... staremo a vedere gli sviluppi. Un pensiero va alle bambine, le piccole vittime di un circo famigliare simile a tantissimi altri, infiniti che continueranno a vedersi anche in futuro grazie alla "garanzia" di un clima che ha tutte le premesse per riproporsi sempre più frequentemente. La redazione "Non mi faceva vedere le mie figlie". E' la frase che ha ripetuto ossessivamente durante l'interrogatorio dai carabinieri dopo l'arresto.
http://www.blogger.com/%3Ehttp://www.genitorisottratti.it/2010/05/poliziotto-uccide-la-moglie-torino.html%3C/a%3E




Fonte: http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1984