25 novembre, 2008

L' Autostima



Quante volte nella nostra vita ci siamo sentite dire "Tu non capisci niente..tu non vali niente"...? Alla fine, ci convinciamo che sia vero e ci crediamo.

Il fatto è che siamo state educate da sempre, sia dalla società sia dai nostri genitori, ad essere sminuite e biasimate. A pensarci bene, è proprio questa mancanza di autostima e di senso del nostro valore che attrae uomini dominatori e violenti nella nostra vita.

Magari abbiamo avuto nella nostra famiglia modelli di donne che hanno subìto con accettazione ogni genere di umiliazione e pensiamo che sia questo il nostro destino. Il lavaggio del cervello a cui siamo state sottoposte è stato quello di farci credere che, per essere "brave", dovevamo anteporre i bisogni altrui ai nostri.

Ma questo sacrificio non fa che spegnere la nostra anima e ucciderci a poco a poco. Non abbiamo rispetto nè da noi stesse nè dagli altri, perchè chiunque abbia autostima viene rispettato da tutti.

http://escialloscoperto.blogspot.com

20 novembre, 2008

Idea REGALO


Anche quest'anno per Natale fai un Regalo Sicuro.

Non buttare via i tuoi preziosi soldi. Regala/ti un libro che vale più di quello che spendi. Per la verità pochi soldi...E' un libro di qualche anno fa, è stato un best-seller e consiglio a tutti di leggerlo.

Marie France Hirigoyen, MOLESTIE MORALI
La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro







17 novembre, 2008

Allarme dei medici: troppe donne maltrattate


Le giurano amore eterno e sono anni e anni di occhi neri, spalle lussate, bruciature di sigarette, occhi pesti con parziale perdita della vista, labbra gonfie, buchi nella dentatura, corpi sfioriti di colpo, per l'ennesimo colpo.

C'è una stima, in ambienti medici: su cinque donne milanesi, una almeno una volta nella vita ha subito una violenza domestica, laddove la violenza è spesso uno schiaffo, un calcio, un'aggressione, e a volte arriva allo stupro.

Litigi, urla, altre urla, magari bimbi che guardano, o ascoltano, registrano. Lei, la mamma, giù a terra. E lui, il marito, l'aguzzino che si gira, ride, bestemmia, offende, pensa che sia giusto così, che non ci sia niente di male.

Non è una statistica, dicevamo, solo una stima. Altra stima: delle vittime il 10% appena denuncia e di questo la metà dopo poche ore ritira l'esposto. Per paura di vendette, ulteriori pestaggi. Oppure perchè il consorte ha un certo ruolo "da preservare": sono tanti, sapete, gli avvocati, i commercianti, gli imprenditori con la mano pesante, e del resto che gli abusi contro una donna siano prerogativa degli stranieri clandestini, degli altri venuti da altri mondi e altre regole "è una convinzione terribilmente errata" dice la criminologa Alessandra Bramante e forse fa comodo così, dar la colpa all'estraneo anzichè cercarlo all'interno, l'interno di casa...

Un terzo delle donne affette da depressione grave ha ricevuto violenza dal partner. Partner, ossia marito, fidanzato, convivente. Non gli unici picchiatori comunque. Nel corso degli ultimi tre anni, i responsabili delle violenze nel 29% dei casi sono stati gli amici...

Antonio Galli, Corriere della Sera 13 novembre 2008

11 novembre, 2008

Michelle Hunziker: "I miei tre molestatori? Tutti a piede libero



Michelle Hunziker dice "In Italia c'è la legge ma non la giustizia". BENVENUTA NEL MONDO DELLA GRANDE SCOPERTA!!
Leggi la notizia...


ROMA - I molestatori di Michelle Hunziker sono tuttora a piede libero e a quanto pare non sembrano avere intenzione di cessare con le minacce e le lettere molestatrice. Lo ha rivelato lei stessa in una intervista di prossima pubblicazione sul settimanale Chi. "Ho vissuto violenze e ingiustizie che mi hanno sensibilizzato forse più di altri al problema", rivela Michelle Hunziker. La showgirl svizzera, che ha costituito con l´avvocato Giulia Bongiorno la Fondazione Doppia Difesa proprio per aiutare le persone, soprattutto donne, vittime di abusi, violenze e sopraffazioni, denuncia le difficoltà che ha incontrato lei come donna molestata.

"I miei tre stalker? Sono tutti a piede libero. Per forza, in Italia c´è la legge, ma non c´è giustizia, perché per via di lungaggini e scappatoie burocratiche la pena non viene scontata. Quel reato prevede solo tre mesi di carcere? Va bene, ma che li facciano... Ma è comunque importante denunciare tutto, tutto dev´essere documentato".

"I miei stalker sono tre", continua la Hunziker. "Il primo, quello che mi molestava da tre anni, l´abbiamo ´sistemato´: è stato processato e ha preso tre, quattro mesi di carcere, è scappato e mi manda comunque lettere da Londra o dalla Germania. Il secondo è stato anche lui processato, poi l´abbiamo fatto contattare dalla fondazione e gli abbiamo chiesto se voleva esser seguito dai nostri psicologi, ma ha detto di no. E poi c´è quello delle minacce di morte, al quale di essere stato rinviato in giudizio non gliene frega niente. E due giorni fa mi ha mandato l´ennesima lettera minatoria".


Il primo molestatore, Tibor Turza, slovacco di 40 anni, è stato condannato a tre mesi di reclusione. Era un fan sfegatato della showgirl ma il modo di manifestare la sua passione per la Hunziker era andato oltre il lecito. Nel dicembre 2005 aveva iniziato a spedirle lettere e cartoline in cui la avvertiva di essere in pericolo così come in pericolo, a suo dire, era la figlia di Michelle, avuta da Eros Ramazzotti. Turza sosteneva invece di essere lui il vero padre della bambina.


Nei mesi successivi si era presentato sotto casa di lei e prima che la soubrette scappasse in casa le aveva detto: "Mi hai riconosciuto?". Anche nel settembre 2006, si era presentato sotto casa suonando molte volte al citofono. Infine nell´ottobre del 2006 era stato bloccato da una guardia del corpo della donna assunta proprio in seguito alle numerose molestie da lei subite ad opera dei suoi fan.


http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=427193&idsezione=4&idsito=37&idtipo=195

10 novembre, 2008

Basta che respiri!


Una recente ricerca ha rivelato che il desiderio maschile è cieco: aumenta con qualsiasi ragazza indipendentemente che sia alta, bassa, bella o poco avvenente. Ma noi donne non lo sapevamo forse già?


In cuor nostro un po' tutte noi abbiamo, anche più di una volta, avuto il sospetto, spesso anche più di un sospetto, che agli uomini, o almeno a un buon numero di maschi, piaccessero un po' tutte le donne indipendentemente dal loro fascino e sex appeal. Alzi la mano, chi non ha mai sentito pronunciare ad alcuni di loro la fatidica frase: basta che respiri?

La conferma scientifica di questo dubbio femminile arriva ora con un recente studio condotto nell'università olandese di Groningen su 63 ragazzi tra i 21 e i 25 anni e pubblicato sulla rivista Hormones and Behaviour, come riporta il domenicale britannico Sunday Telegraph. Il risultato? Che alla maggior parte dei maschi non fa molta differenza che una ragazza sia bassa, alta, bella o meno bella perché il fatto che questa faccia parte dell'altra metà del cielo per loro è già una ragione più che sufficiente per desiderarla. La ricerca ha infatti dimostrato come la sola vista di una donna fa automaticamente alzare il livello del testosterone negli uomini.

Per scoprire quanto già le donne sapevano, o almeno sospettavano, da tempo, gli scienziati hanno osservato come ai giovani, che hanno preso parte allo studio, alla vista di una donna, mai incontrata prima, bastavano solo cinque minuti per registrare un livello degli ormoni maschili più alto. E non è tutto. Quando ai ragazzi è stato chiesto poi se si fossero sentiti attratti dalla donna che avevano appena incontrato è emerso che i tassi ormonali non erano stati condizionati dalla loro opinione. Secondo i ricercatori si tratta di una reazione automatica e inconscia che si sviluppa per predisporre gli uomini all'opportunità di un possibile accoppiamento.

I ricercatori hanno poi evidenziato come questa crescita ormonale sia addirittura "visibile" grazie ad alcuni cambi di atteggiamento che l'uomo mostra in presenza di una donna: raddrizza le spalle, assume una posizione eretta e gesticola molto con la mani. Quindi donne state in guardia.

Marcella Gaudina
http://donna.libero.it/sotto_le_lenzuola/ne1259.phtml

09 novembre, 2008

Amarsi per sempre


Quali sono gli ingredienti giusti perchè una storia d'amore possa durare per sempre?

Sicuramente il rispetto, la stima reciproca, la sincerità e la tolleranza. Seguono, a mio parere, la complicità e l'amicizia, condividendo anche qualche piccolo interesse insieme.

Molte volte una coppia si attrae per la sua diversità ma, a lungo andare e finita la passione, è proprio questa a dividerla: non avere niente in comune.

Dopo anni di convivenza nei partner affiorano le differenze caratteriali che all'inizio della relazione nessuno dei due vuole notare. Inizialmente si idealizza il proprio partner mentre successivamente si presta più attenzione ai difetti, anzichè ai suoi pregi.

Nella coppia si verifica quasi sempre una quotidiana lotta di potere. Entrambi i partner si incaponiscono sulle sulle proprie posizioni tentando di convincere l'altro a modificare la propria opinione e il proprio carattere.

Litigare può anche far bene alla coppia a patto che si rimanga focalizzati sul motivo della lite e non si divaghi su altri argomenti (tua madre ha detto questo...l'altra volta hai detto...hai fatto...ecc., ecc..), dando titoli offensivi e gratuiti (sei uno/a stupido/a...ecc., ecc..).

Bisognerebbe stare attenti a non pronunciare frasi che possano creare solchi profondi e, alla lunga, irreparabili (ti odio!).

Quando, dopo una lunga litigata si rimane ancora arroccati sulle proprie posizioni, è meglio smettere, evitando di avere per forza l'ultima parola. Si potrà riprendere la discussione in un momento di minore tensione.

http://escialloscoperto.blogspot.com

La formula segreta di un lungo matrimonio



Sta tutta racchiusa in un elenco fatto di coccole, attenzioni e gesti romantici: lo ha elaborato un gruppo di studiosi dopo aver intervistato 4mila coppie felicemente sposate da tempo. Colazioni a letto? Una al mese. Regali romantici? Due al mese

Che cosa tiene unita negli anni una coppia? Esiste una sorta di formula magica? La risposta arriva dal Regno Unito, dove un gruppo di ricercatori ha intervistato 4mila coppie felicemente sposate. Passare in un mese almeno 22 momenti di qualità, almeno 7 notti di coccole e tenerezze e due appuntamenti a cena da dedicare a voi stessi. Sono le coccole la chiave di un matrimonio felice perché «Coccole, attenzioni e gesti romantici significano "Mi piaci, sto bene con te, mi piacciono e apprezzo il tuo sostegno e le tue cure» spiega lo psicologo che ha curato lo studio Ludwig F. Lowenstein.

Le giornate sono frenetiche, i ritmi al lavoro e in famiglia sono a volte stressanti e così spesso capita che si tenda a dimenticare l'importanza degli abbracci quando la familiarità diventa parte della nostra vita, ma attenzioni e coccole diventano parte della nostra relazione quando la relazione diventa forte e rimane forte dicono gli studiosi. Insomma, ci vuole impegno e dedizione e sbaglia chi dà tutto per scontato. E non si tratta neppure di passare del tempo insieme perché un buon matrimonio, dicono, è quello che lascia uno spazio per stare al di fuori. Magari si passa un fine settimana via con amici o amiche ma poi si fanno i bagagli per partire insieme almeno un paio di week-end l'anno e due lunghe vacanze. Si aiuta in casa senza bisogno di sentirselo chiedere e si rispetta il lavoro fatto dall'altro. Ogni mese si dovrebbero fare cene a lume di candela, stupirsi con dei fiori o dei cioccolatini, una poesia o un brano musicale, con qualsiasi cosa piaccia al coniuge, passeggiare insieme e andare al cinema. Di sicuro non impigrirsi e non guardare in silenzio la televisione.

Il 98% delle coppie felicemente sposate che ha partecipato allo studio ha dichiarato di sentirsi particolarmente fortunata ad avere una relazione così stabile e il 94% si è detto sinceramente convinto che nessun'altra lo sia come la propria. I ricercatori, dopo tante interviste, sono sicuri di aver trovato la formula perfetta, quella che può aiutare a rendere duratura una relazione:
>coccole: 4 al giorno
>gesti romantici: 3 al mese
>appuntamenti a cena: 2 al mese
>passeggiate romantiche: 2 al mese
>regali romantici: 2 al mese
>cenette romantiche cucinate in casa: 3 al mese
>colazioni a letto: 1 al mese
>conversazioni adeguate: 6 al mese
>serate di coccole: 7 al mese
>pulire casa da cima a fondo: 3 volte al mese
>notti fuori senza l'altro: 1 al mese
>cinema o teatro: 1 al mese
>week-end breve: 2 all'anno
>vacanze: due all'anno


http://donna.libero.it/sotto_le_lenzuola/la-formula-segreta-di-un-lungo-matrimonio-ne1362.phtml

02 novembre, 2008

Ti amo, bastardo


Le donne vanno pazze per i mascalzoni (non tutte, va detto) e ora qualcuno spiega perché

«Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore...», diceva il buon Ferradini nel suo Teorema. E chissà perché generazioni di donne hanno cantato questa canzone piangendo, crogiolandosi nel loro dolor d'amore e pensando che «Sì, è vero, come ha ragione, ma questa è l'ultima volta che m'innamoro di un bastardo». E invece no: certi buoni propositi in molte donne durano giusto finché durano le lacrime e finché non se ne incontra un altro. Di bastardo, s'intende. Che si faccia parte di questo genere femminile oppure che semplicemente si siano consolate amiche, sorelle, figlie (e a volte mamme) incappate nel "lui" sbagliato poco importa: tutte le donne conoscono questo fenomeno inspiegabile in natura, se non dopo anni e anni di analisi...

Secondo uno studio condotto da ricercatori internazionali guidati dallo scienziato Peter Jonason, della «Mexico State University» sarebbero gli uomini "cattivi" a essere più seducenti. Narcisismo ossessivo, alta impulsività e abilità nell'essere manipolatori non sono dunque difetti inaccettabili, ma punti di fascino.

E siccome i suddetti bad boy piacciono di più alle donne, hanno una vita sessuale più intensa e dunque potenzialmente - udite, udite - si riproducono di più e con più partner, dal momento che - si sa - i cattivi ragazzi non sono mai troppo troppo fedeli. Insomma, il Maledetto genererà più figli (piccoli Maledetti in erba?), anche se avrà poca voglia di fare da papà.

Uno studio simile, condotto su un campione di 35 mila persone in 57 paesi dallo scienziato David Schmitt della «Bradley University» di Peoria, Illinois (Usa) confermerebbe le conclusioni della ricerca di Jonasson dimostrando il legame tra le tre caratteristiche negative e il successo riproduttivo negli uomini. «Nelle diverse culture è universalmente riconosciuto che gli uomini che possiedono questi tre tratti psicologici negativi hanno più possibilità di accoppiarsi» afferma Schmitt. «E di riuscire ad avere tante brevi relazioni con diverse donne».

Quello che gli scienziati non dicono è che per essere irresistibili - oltre a essere manipolatori ed egocentrici - i bad boy devono essere bellissimi o anche solo affascinanti. Degli uomini davvero brutti e cattivi non è facile innamorarsi. E tu? Subisci il fascino del "bastardo"?

Libero News
http://donna.libero.it/sotto_le_lenzuola/ne1163.phtml

01 novembre, 2008

Mobbing in Famiglia


di Avv. Girolamo Aliberti


Siamo abituati a sentire parlare di mobbing nell’ambito del mondo del lavoro, dove viene definito come un insieme di comportamenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamenti, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungati nel tempo e lesivi della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso.

I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danni anche gravi, con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza. Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento, o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro), o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali.

Meno diffuso nella consapevolezza comune, ma molto presente, invece, nella società è, il mobbing familiare da intendersi come l’insieme degli atti e delle omissioni, di un coniuge verso l’altro, caratterizzati da intento denigratorio o persecutorio, e finalizzati alla sistematica distruzione della personalità altrui. Questi atti, se presi singolarmente, non necessariamente assumono la dimensione dell’illecito. Ma considerati nel loro insieme hanno una lesività tale da ledere e limitare la libertà di autodeterminazione del coniuge.

Quando parliamo di mobbing, dunque, dobbiamo andare oltre la violenza fisica (che di per sé integra il carattere di illecito) facendovi rientrare tutti quegli atti di violenza psicologia ed emotiva, cioè quegli atti che nelle forme più manifeste creano ansia e angoscia, e nelle forme più subdole (e dunque più pericolose perché non facilmente riconoscibili e dimostrabili all’esterno) creano una sorta di impotenza e di costrizione, portando la vittima ad un vero e proprio isolamento. Purtroppo questi comportamenti, che sono senza dubbio fonte di un danno esistenziale, non trovano facilmente una corretta sanzione, non essendo, a volte, nemmeno qualificabili come atti illeciti o perché non è facile dimostrare l’intenzionalità (il dolo) del comportamento di chi li compie.

Come detto, il mobbing familiare può manifestarsi in diverse forme: dalla violenza psicologica che assume le forme di minacce, insulti, continue mortificazioni e svalutazioni del valore dell’altro, alla violenza economica che consiste nel privare l’altro coniuge della libertà di disporre di una indipendenza economica al punto da far dipendere la propria esistenza dall’altro partner; questi atti, come è facile intuire, sono perpetrati spesso dal marito nei confronti della moglie, il quale le impedisce di lavorare e dunque di avere una propria fonte di reddito oppure controlla ossessivamente tutte le spese effettuate dalla moglie.

Un altro modo in cui il mobbing si manifesta è lo stalking, cioè una serie di atteggiamenti tenuti dal marito che perseguita la moglie attraverso un ossessivo controllo a distanza, con continue telefonate, lettere, SMS, e-mail, pedinamenti che ingenerano stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della vita quotidiana.

Comportamenti mobbizzanti nell’ambito del conflitto coniugale possono essere rivolti anche a danno dei figli. Il mobbing genitoriale è l’insieme dei comportamenti, anche omissivi, che violano gli obblighi sanciti dagli articoli 147 e 155 Cod. Civ. Questi comportamenti si ravvisano molto spesso quando la coppia va in crisi e si giunge alla separazione. Non a caso, molti autori parlano di “infantilizzazione" della coppia in via di separazione” proprio per indicare gli atteggiamenti irragionevoli che molti genitori tengono allo scopo di danneggiare l’altro coniuge, senza però rendersi conto di strumentalizzare i propri figli a questo scopo, arrecando loro un danno notevole a livello psicologico (sindrome del genitore separato).

Dunque, rientrano in questi comportamenti gli inadempimenti agli obblighi di cura, educazione, istruzione, la violazione sistematica degli obblighi di visita, il non contribuire al mantenimento dei figli, ostacolare i rapporti del minore con l’altro coniuge. Attraverso questi atti i genitori violano il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, sancito dalla L.54/2006. Anche l’assistere ai comportamenti illeciti di un genitore verso l’altro, (come essere presenti durante i litigi o assistere a violenze fisiche e morali), sopportare la costante denigrazione e delegittimazione di un genitore da parte dell’altro è un comportamento mobbizzante (mobbing genitoriale mediato).

Tutti questi atti, però, trovano una difficile forma sanzionatoria, perché spesso vengono considerati come un’espressione della conflittualità dei coniugi durante la separazione.

Quali sono, dunque, le reali forme di tutela? E soprattutto sono realmente efficaci? La tutela penale ex art 572 Cod. Pen. (maltrattamenti in famiglia) comporta una difficoltà nel dimostrare l’intenzionalità (il dolo) degli atti mobbizzanti, oltre al fatto che le pene editali sono basse ed una carcerazione priverebbe i figli di una figura genitoriale. Gli ordini di protezione contro gli abusi familiari ex art. 342 Cod. Civ. potrebbero essere considerati come una anticipazione degli effetti della separazione, con la conseguenza che il tutto possa essere rimandato in questa.

Proprio la separazione con richiesta di addebito è un’altra forma di tutela, che però non sanziona del tutto gli atti mobbizzanti a cui si è stati sottoposti. L’unica forma di tutela con maggiore efficacia sembra essere la tutela risarcitoria (art. 2043 Cod.Civ.) ma anche in questo caso, si ripropongono i problemi della prova del comportamento mobbizzante, la prova del danno, e la concreta liquidazione del risarcimento. La nuova legge sull’affido condiviso, infine, ha introdotto l’art 709-ter Cod. Proc. Civ., ma anche qui si ripropongono le sesse difficoltà che si trovavano con i rimedi ordinari.

Siamo di fronte all’ennesima debolezza del nostro sistema legislativo a cui, solo qualche sentenza innovativa della magistratura riesce a porre un rimedio che però non è del tutto soddisfacente


http://www.vivicorato.it/Rubriche/dettaglio_recensioni.aspx?rbval=n6ZNrZuqCA8%3D