19 dicembre, 2010

Meglio sole che maltrattate



In media una ogni due giorni (questa è la statistica), ci arriva puntualmente, inesorabilmente, la cattiva notizia.

Un’altra donna è stata uccisa in casa o per strada, sotto gli occhi di tutti, dal marito-compagno-fidanzato attuale o ex da cui s’è separata.

Molte di queste donne uccise avevano alle spalle mesi o anni di violenze subite e controlli serrati, a volte denunciati e a volte no.

Quanti sono oggi in Italia i figli orfani di madri uccise dai loro padri? Bambini che non potranno mai più avere un bacio, un abbraccio dalla loro mamma o solo sapere di poter contare su di lei in tutti i momenti belli e brutti della loro vita. Oltre a uccidere la loro mamma, questi uomini, hanno distrutto la vita dei loro figli.

Ci si domanda spesso cosa spinga le donne a legarsi a uomini violenti e cosa spinga molte di loro a restarci.

Uno dei motivi potrebbe essere il rapporto difficile con i genitori con i quali convivono e quindi, la ricerca di una loro serenità e libertà e l’illusione che si possano realizzare dall’unione con un uomo che sembra dare una garanzia di sicurezza e stabilità (o forse s’intravvede solo una via di fuga da una realtà divenuta opprimente).

Altre volte, invece, pur non essendone consapevoli, queste donne scelgono uomini violenti che ricalcano modelli comportamentali già presenti all’interno della propria famiglia d’origine. Una sorta di masochismo, insomma.

Altre ancora, incontrano sulla loro strada dei bravi comunicatori in grado di mostrarsi – a parole – diversi da quelli che sono e che riescono a plagiare le loro menti. Spesso questi uomini si presentano come vittime di infanzie infelici o di matrimoni sfortunati.

Le donne vittime di questi uomini, non danno importanza ai segnali contrastanti che essi mandano, semplicemente perché noi tutti, come esseri umani, siamo portati a giustificare e a fidarci più delle parole che dei fatti.
E così, se un uomo ci offende, ci umilia e ci maltratta ma poi ci dice (magari piangendo), che ci ama tanto, noi siamo portate a illuderci e a credergli, ingannando noi stesse.

La violenza psicologica, giorno dopo giorno, distrugge la nostra autostima, ci rende insicure e timorose di prendere iniziative importanti che possano cambiare la nostra vita, come quella di lasciare il nostro “padrone”.

Molti sono i pensieri che affollano la nostra mente e ci motivano ad andare avanti: “Sarà soltanto un brutto periodo, poi qualcosa cambierà!…”,
“Come faccio, dove vado?..”,
“Lui è mio marito e questa è la mia famiglia, la devo difendere a ogni costo!...”,
“…E se lo lascio e poi mi pento?”.

Difficilmente riusciamo da sole a rialzarci e a reagire a questa condizione opprimente. Abbiamo spesso bisogno di aiuti esterni (parenti, amici, centri antiviolenza), sapere cioè, di poter contare su qualcuno nel momento in cui il nostro uomo tenta di “risucchiarci” con i suoi soliti discorsi da partner pentito.

La violenza fisica è spesso associata alla violenza psicologica, ma quest’ultima è ancora più devastante perché ci mette in uno stato di “oblio e dipendenza”. Spesso la violenza fisica interviene quando la donna osa reagire agli insulti e alle imposizioni o solo minaccia di andarsene.

E’ molto facile dare giudizi di aver poco coraggio alle donne maltrattate.

E' difficile uscirne, ne parlo con cognizione di causa.

Le donne brutalizzate dapprima sono confuse per ciò che vivono, poi negano a se stesse il problema, infine ne diventano assuefatte convincendosi che la loro condizione rientri nella normalità.

Quante volte mi è capitato di sentir dire, fin da piccola, di alcune donne che conoscevo “Il marito la picchia, però non le fa mancare nulla”? Quasi che, per questi uomini, dare da mangiare alla propria donna, li legittimi dal bistrattarle come e quando gli pare!

Quando mancano il Rispetto e l’Amore con la a maiuscola, a una donna manca tutto.

Altre donne invece io so che, dopo essere state picchiate selvaggiamente dai loro uomini, ricevono “per dimenticare l’accaduto”, dei regali quali vestiti, gioielli o altre cose a loro gradite.

Anche il tradimento extraconiugale, secondo me, s’inserisce spesso nel contesto del maltrattamento.

L’incertezza del futuro è uno dei principali motivi di resistenza all’abbandono da parte delle donne brutalizzate. La crisi rende insicuri tutti, figuriamoci le donne che non hanno un’adeguata autonomia economica!

Il plagio e la dipendenza economica sono un mix micidiale per le donne maltrattate.

Per ognuna di queste vittime mi viene in mente la frase di un film: “Io, speriamo che me la cavo…”.

Auguro a tutte di uscire dalla spirale di violenza in cui sono imprigionate. Perché ciò si realizzi, è necessario parlare e chiedere aiuto, cioè è necessario che escano allo scoperto.


http://escialloscoperto.blogspot.com

4 commenti:

  1. vi rendete conto che tutto si applica anche a generi invertiti, vero?

    RispondiElimina
  2. grazie a questo manuale, ho capito di essere una vittima di stalking e ho deciso di denunciare, grazie!

    RispondiElimina
  3. Come e vero quello "Meglio sola" se questo era cosi 40 anni indietro oggi sarei una donna piu felice.

    RispondiElimina