23 dicembre, 2007

Manovrare il sarcasmo, la derisione e il disprezzo.


Il disprezzo concerne il partner odiato, quello che pensa e che fa, ma anche quanti lo circondano..
Disprezzo e derisione si rivolgono in particolar modo contro le donne. Nel caso dei perversi sessuali vi è un rifiuto del sesso femminile. I perversi narcisisti, dal canto loro, negano la donna nel suo complesso in quanto individuo. Traggono piacere da tutte le battute che la mettono in ridicolo.

La compiacenza dei testimoni può fungere da incoraggiamento...

I sarcasmi e i rilievi aspri sono accettati come il prezzo da pagare per conservare un rapporto con un partner affascinante ma difficile. Per tenere la testa fuori dall'acqua, il perverso ha bisogno di far affondare l'altro. A tale scopo, procede con stoccatine destabilizzanti, preferibilmente in pubblico, a partire da un dettaglio insignificante, talvolta intimo, descritto con esagerazione, magari prendendo un alleato tra i presenti.

Quello che conta è mettere l'altro in imbarazzo. Si percepisce l'ostilità, ma non si è sicuri che non si tratti di uno scherzo. Sembra che il perverso stuzzichi, in realtà attacca nei punti deboli: il "naso grosso", i "seni piatti", la difficoltà a esprimersi...

In queste aggressioni verbali, in queste prese in giro, in questo cinismo vi è anche una componente ludica: è il piacere della polemica, il gusto di spingere l'altro a opporsi...Se il partner non reagisce abbastanza, è sufficiente esagerare un pò con la provocazione. Il partner vittima di questa violenza non reagisce perchè tende a scusare l'altro, ma anche perchè la violenza si instaura in modo ingannevole. Se un atteggiamento aggressivo del genere sopraggiungesse all'improvviso, potrebbe suscitare solo rabbia, invece il fatto che sia messo in atto a poco a poco smorza ogni reazione. La vittima riconosce l'aggressività del messaggio solo quando è diventato quasi un'abitudine.

Le parole del perverso narcisista trovano uditori che egli riesce ad affascinare e che sono insensibili all'umiliazione subita dalla vittima. Non è raro che l'aggressore chieda a quanti assistono di partecipare, volenti o nolenti, alla sua azione demolitrice.
Riassumendo, per destabilizzare l'altro basta:
- farsi beffe delle sue convinzioni, delle sue scelte politiche, dei suoi gusti;
- non rivolgergli la parola;
- ridicolizzarlo in pubblico;
- denigrarlo davanti agli altri;
- privarlo di ogni possibilità di esprimersi;
- beffarsi dei suoi punti deboli;
- fare allusioni scortesi, senza mai esplicitarle;
- metter in dubbio le sue capacità di giudizio e di decisione.
...
Di fronte a una persona che blocca qualsiasi tipo di comunicazione, la vittima si trova costretta ad agire. Ma, impedita dal condizionamento, può farlo solo in un soprassalto violento, allo scopo di recuperare la propria libertà..L'aggredito, già colpevole per il perverso, agli osservatori esterni sembra essere l'aggressore. Ciò che essi non vedono è che la vittima è messa in una condizione tale per cui non ha più la possibilità di rispettare un modus vivendi che è per lei una trappola. E' tra due fuochi e, qualunque cosa faccia, non può cavarsela. Se reagisce, accende il conflitto. Se non reagisce, lascia che la distruzione mortifera si espanda..

da Marie-France Hirigoyen, Molestie Morali

2 commenti:

  1. Vivo in Provincia di Torino, e per due anni e mezzo sono stata vittima di un narcisita. Non mi sono resa conto di cosa stesse succedendo fino a quando la situazione non è peggiorata drasticamente. Fortunatamente non sono mai stata picchiata, ma al tempo stesso questa situazione ha fatto sì che io non avessi alcuno strumento legale per difendermi e denunciare gli abusi e le violenze psichiche. Il personaggio in questione, responsabile marketing presso una ditta profilati meccanici, nasconde dietro una facciata "rispettabile" e quasi "impacciata" atteggiamenti morbosi e degradanti. Attualmente sono in cura presso un centro di salute mentale, ma purtroppo il personale che opera in quessta struttura non ha competenze specifiche e mi sento costantemente dire che questa situazione è dipesa esclusivamente da me e dal fatto che ho permesso io a questa persona di trattarmi in tal modo. Sono consapevole che questo è vero, ma sento il bisogno di altro. Mi sento come se mi fossi rotta una gamba cadando e invece di ingessarmi mi dicessero...non dovevi cadere! Il colmo è che qualsiasi cosa faccia mi minaccia di denunce per diffamazione...e io non sono nella possibilità economica di difendermi

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  2. E' un classico. Se ti può rincuorare, pure io mi trovo nella stessa tua situazione...e nonostante il ministro Mara Carfagna si sia battuta per far approvare questa sacrosanta legge sullo Stalking.

    C'è Moltissima inadeguatezza e incompetenza tra il personale preposto a tutelare le vittime e tu ne sei una testimonianza.

    Ora, io ti consiglio di leggere il bellissimo libro di Marie France Hirigoyen "Molestie Morali" e di ricordarti che: Tu Sai di Essere la Vittima, Non Permettere Mai a Nessuno di mettere in dubbio la tua condizione, nemmeno a te stessa!

    Raccogli più prove che puoi su questo "uomo rispettabile" (è un classico anche questo), vai in un centro antiviolenza e prega di trovarvi delle persone che ti difendano come si deve.

    Purtroppo, spesso si limitano soltanto a darti "conforto morale"...ma questa è soltanto una mia personale opinione.

    In bocca al lupo. Ti abbraccio.

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