19 febbraio, 2008

L’ossessione di Otello..


Microspie, pc, antenne e Gps:
così un ingegnere spiava l’ex moglie


GUIDO RUOTOLO
ROMA
È un classico esempio di stalking, di comportamento persecutorio». Sarà pure così, come spiega il dirigente del commissariato di polizia «Esposizione», Eduardo Calabria, ma quando i suoi uomini sono arrivati a casa del «persecutore», l’altra sera, sono rimasti allibiti di fronte a un arsenale tecnologico da fare invidia a qualsiasi spione: Gps, pc portatili, calamite, antenne di varie dimensioni, software per seguire e quindi localizzare i movimenti di un’auto. E poi un archivio di file con i vari movimenti registrati della «vittima», compresi di latitudine e longitudine, e altri file, sonori, con le telefonate intercettate (naturalmente abusivamente). Questa è la storia di un matrimonio finito, di un amore entrato in crisi. E’ la storia di un uomo che non si rassegna alla fine del rapporto e perseguita l’ex compagna. Le cronache ci hanno raccontato spesso di donne ammazzate dagli ex conviventi in preda a una crisi di gelosia. Questa volta, il «dramma» della gelosia è stato evitato. Lei, alla fine, è andata a denunciarlo.

La coppia viveva all’Eur, quartiere residenziale della capitale. Coppia benestante, lui un ingegnere di 54 anni, lei una donna di 47 anni. Nei giorni scorsi la signora si è presentata al commissariato «Esposizione» per sporgere querela: «Sono perseguitata... Il mio ex marito mi pedina, mi minaccia. Mi ha anche fatto sentire alcune mie conversazioni telefoniche, arrivando a dirmi che le avrebbe rese pubbliche, magari attraverso Internet, attraverso YouTube. Mi pedina e si materializza davanti aggredendomi. Non solo con frasi sgradevoli e violente ma anche strattonandomi...». Come fa a seguirla? Come a farle ascoltare le sue conversazioni telefoniche? La procura della Repubblica di Roma ha autorizzato gli uomini del commissariato ad andare a perquisire la casa dell’ex marito della donna. E la perquisizione è avvenuta l’altro giorno, con la sorpresa della scoperta di un arsenale tecnologico.

Un ingegnere qualificato, evidentemente, che è stato in grado di costruirsi un sofisticato meccanismo di controllo tecnologico. Per esempio, l’uomo poggiava un rilevatore di posizione in un contenitore di plastica che, con una calamita, piazzava sotto l’auto della (ex) moglie - i due non sono ancora legalmente separati - controllando così, attraverso un particolare software installato su un pc portatile, i movimenti della donna in tempo reale. I poliziotti hanno trovato la documentazione informatica di questi pedinamenti. Spesso, secondo la denuncia della donna, l’ingegnere sbucava all’improvviso dal nulla, quando lei magari si trovava dall’altra parte della città. E l’aggrediva, la minacciava. Insomma, la perseguitava.

Quello che ha colpito i poliziotti è stato anche l’archivio dei file sonori. Evidentemente, l’«ingegnere» era riuscito a intercettare (illegalmente) le conversazioni della (ex) moglie. Non il cellulare, ma l’utenza fissa. Il dirigente del commissariato «Esposizione» non si sbilancia: «Non sappiamo ancora se l’ingegnere ha piazzato una cimice nell’appartamento, oppure se è riuscito a introdursi, con una derivazione, sulla linea telefonica. Aspettiamo di fare degli ulteriori approfondimenti».

Sembra la trama di uno di quei film d’azione che vede protagonisti dell’intrusione tecnologica. Uno della serie degli 007 o di «24», con i rilevatori di posizione che inviano sul monitor di un computer la mappa degli spostamenti di una macchina. In questo caso però, nessuna «Spectre» da neutralizzare. Qui, è un ingegnere che è andato ben oltre «il grande fratello». Non voleva solo spiare l’ex moglie, la perseguitava, forse consapevole che non l’avrebbe mai più riconquistata. Un atto disperato e violento, dunque.

In attesa della «bonifica» - questo è il termine tecnico - per conoscere il mezzo attraverso cui l’uomo intercettava la donna, nei confronti dell’ingegnere sono state ipotizzate diverse contestazioni. Quello di «stalking» non è ancora un reato però il comportamento persecutorio rientra nel reato di maltrattamenti in famiglia. Ci sono poi le molestie e le interferenze illecite nella vita privata. La presenza dell’arsenale tecnologico e i file con le conversazioni rubate della (ex) moglie sono prove evidenti di intercettazioni illegali.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200802articoli/30179girata.asp

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