25 giugno, 2009

Indagato per stalking l'omicida dell'asilo



È indagato per stalking, minacce e lesioni, Massimo Merafina, l’uomo che ieri ha ucciso la sua ex, Monica Morra, 33 anni, mentre questa accompagnava il figlio di 18 mesi al nido. L’uomo intercetta la ex col figlio nel tragitto tra l’asilo di Cova e via Forlanini, dove la donna viveva col figlioletto. Poi Massimo inizia a spintonare la ex, costringendola a lasciare a terra il bimbo per evitare che venga raggiunto dalle botte e che viene portato via da una delle educatrici del nido un attimo prima che l’uomo colpisca a coltellate Monica.
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La procura ha intanto ricevuto le denunce che Monica Morra aveva sporto contro l’ex convivente, dopo le ultime aggressioni subite nei pressi della sua abitazione, lo scorso 17 giugno. La donna aveva chiesto l’intervento della polizia perché l'ex marito si era presentato fuori dalla sua abitazione minacciandola. Un giorno dopo Successivamente, il 18 giugno, Monica Marra aveva messo per iscritto le percosse e le botte che aveva subito in passato da parte dell’ex marito. «Ti ammazzo, ti taglio la gola, non hai futuro» le aveva urlato l’ex la notte di giovedì scorso, quando l’uomo aveva preso a calci la porta della casa dove viveva la donna e staccato il campanello.
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«Non avrei mai pensato però a un simile epilogo - dice ora il portiere in viale Forlanini, dove Monica Morra, 33 anni, aveva inutilmente cercato rifugio dal marito alcolizzato e violento - sapevo dei litigi ma con me e i vicini era sempre educato, mai aggressivo. Certo un po’ insistente. E strano. Come l’altro giorno che me lo sono trovato in cortile alle 6.30». È l’epilogo del dramma. Massimo ormai è convinto di aver perso per sempre la donna della sua vita e decide di farla finita. L’aspetta davanti all’asilo di via Cova, la picchia mentre ha ancora il bambino in mano. Una bidella riesce a portare in salvo il piccolo e lui la pugnala a morte. Poi il disperato tentativo di fuga e l’arresto.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=361218
http://milano.repubblica.it/dettaglio/Indagato-per-stalking-laccoltellatore-dellex-moglie/1660030

24 giugno, 2009

Michelle Hunziker minacciata da uno stalker: per l’uomo c’è la condanna




La soubrette aveva ricevuto minacce e insulti da un romano di 36 anni. Si chiama Andrea Spinelli, è un romano di 36 anni ed è stato condannato per aver molestato con minacce ed insulti la showgirl Michelle Hunziker. La brutta storia che riguarda quest'uomo, ossessionato dalla conduttrice di ‘Striscia', era cominciata con una lettera spedita a Michelle il 12 Marzo 2008, in cui l'uomo scriveva: "Prima o poi ti trovo senza quel cane rognoso, guardia del corpo, e ti deturpo quel visino da p..". Per essere ancora più chiaro, l'uomo aveva inserito nella busta anche una lametta da barba. Il giorno seguente, lo stalker aveva inviato una mail alla redazione di ‘Striscia la notizia', in cui minacciava di ‘far saltare in aria' la soubrette. "Sono un amico di quello che ti ha mandato una lettera con le minacce - dice la lettera - Se fai indagare la polizia ti faccio saltare in aria, brutta z..".

La Hunziker chiaramente turbata dai due episodi, si è rivolta alle forze dell'ordine, che non ci hanno messo molto a risalire al mittente della mail, registratosi qualche giorno prima presso un internet point. Andrea Spinelli, romano di 36 anni, è ossessionato da Michelle Hunziker, e per questo l'ha minacciata e insultata, provocando turbamento e disagio nella showgirl. Adesso, però, l'uomo è stato condannato con rito abbreviato a nove mesi di reclusione dal giudice della quarta sezione penale del tribunale di Milano, con l'accusa di stalking. Anche se la pena è stata sospesa, e Spinelli non finirà in carcere, l'uomo sa che, se commetterà un'altra volta il reato, sconterà tutti i nove mesi.
E non è finita qui, perché Spinelli dovrà anche risarcire 10mila euro per i danni morali subiti dalla showgirl, oltre a 1.500 euro di spese processuali. Insomma, si tratta di una vera lezione per chi pensa di poter infastidire e molestare le altre persone, celebri e non.

Proprio sull'onda emozionale degli eventi ma anche dalla seria presa di coscienza della diffusione del fenomeno dello ‘stalking', Michelle Hunziker ha creato una fondazione chiamata «Doppia Difesa», per il sostegno alle vittime di violenza, a cui destinerà i 10mila euro di risarcimento stabiliti dal giudice. "È la cosa giusta - commenta Michelle - con questi soldi che riceviamo possiamo aiutare altre donne. Lavoriamo in silenzio, stiamo aiutando concretamente delle persone. La violenza aumenta, ma ora restiamo in silenzio perché stiamo cercando fondi. La richiesta è troppa e dobbiamo aiutare più donne e bambini possibile".

Michelle crede nel progetto, perché il suo caso dimostra che "la giustizia esiste". "E ora - continua la Hunziker - con la nuova legge sullo stalking, le cose si stanno muovendo. Ringrazio la magistratura e le forze dell'ordine, in particolare il giudice Oscar Magi, che è stato incredibilmente efficiente. Il sollievo più grande è sapere che esiste una sanzione per chi minaccia e ha atteggiamenti ossessivi. Qualunque cosa mi succederà nella vita, voglio che la Fondazione vada avanti. A me interessa far capire - conclude la showgirl - che è importante denunciare".

http://it.tv.yahoo.com/blog/article/24973/

23 giugno, 2009

Accoltellata da ex marito davanti al nido, muore in ospedale



Martedì 23 giugno 2009, MILANO (Reuters)

Una donna è stata uccisa a colpi di coltello dall'ex marito mentre portava il figlio al nido a Milano.

Lo riferiscono i carabinieri.

L'aggressione è avvenuta stamattina, davanti a genitori e bambini, alle 8.40 in via Cova, alla periferia est di Milano.

La donna, Monica Morra, 33 anni, era appena arrivata davanti all'asilo con il figlio di due anni, quando l'ex marito 45enne, dal quale era separata da quattro mesi, le si è avvicinato. I due hanno avuto una violenta lite.

Davanti alla gravità della situazione, una dipendente del nido si è avvicinata alla donna e ha portato al nido il figlio.

Rimasti soli, l'uomo -- un pluripregiudicato con reati contro il patrimonio e oltraggio e in cura per problemi di alcolismo -- ha estratto un coltello da una fasciatura del braccio e ha colpito la donna diverse volte, anche quando la vittima è caduta a terra.

La donna è stata quindi trasportata al San Raffaele dove è morta durante l'operazione, intorno alle 11.

L'uomo, vestito con un abito gessato ma ricoperto di sangue, è stato fermato dai carabinieri in viale Corsica, intorno alle 10, mentre tentava di salire a bordo di un tram. Il conducente infatti, nel vedere sopraggiungere i carabinieri, non ha aperto le porte del tram, lasciando che l'uomo fosse fermato.

I militari hanno riferito che dopo l'omicidio l'uomo si era fermato a prendere una birra e aveva poi gettato in strada la fasciatura insieme al coltello.

L'aggressore rischia un accusa di omicidio preterintenzionale.

Quattro mesi prima la donna aveva lasciato l'uomo per andare a vivere da sola. Entrambi lavoravano alle Poste ma il marito era stato licenziato, probabilmente proprio a causa dei suoi problemi con l'alcolismo, dicono gli inquirenti.

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE55M0F020090623

22 giugno, 2009

GASLIGHTING




Dei fenomeni di molestia grave, oltre allo stalking, è stato circoscritto alche il GASLIGHTING (tratto dal sito: http://www.mentesociale.it/criminologia/gasllighting.htm):
C’è una violenza che non ha scoppi d’ira, al contrario, è muta, insidiosa, fatta di silenzi ostili alternati a motti pungenti. E’ una forma d’abuso antica, perpetrata in modo particolare tra le “sicure” mura domestiche, che lascia profonde ferite psicologiche. Con il presente contributo ho voluto fornire una panoramica generale sugli aspetti psicologici del gaslighting e, in maniera particolare, analizzare l’aspetto giuridico del fenomeno, cercando di offrire indicazioni operative alle vittime di tale condotta.
Gli aspetti psicologici del gaslighting: Il Gaslighting è una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale. Il termine è derivato dal titolo del film “Gaslight” (1944) del regista americano Georg Cukor, uscito in italiano con il titolo di “Angoscia” e tratto dalla pièce teatrale “Angel Street” di Patrick Hamilton (1938), rappresentata in Italia con il titolo “Via dell’angelo” o “Luce a gas”. Si tratta di un melodramma psicologico che narra della vita matrimoniale tra un uomo affascinante ed una bellissima donna. Dopo un periodo felice il rapporto si incrina ed il marito, con una diabolica ed artificiosa tecnica psicologica, alterando le luci delle lampade a gas della casa, spinge la moglie sull’orlo della pazzia. Solo l’intervento di un detective riuscirà a ristabilire la verità, scoprendo che il marito della vittima è uno psicopatico criminale
.”

Posto che l'inquadramento più frequente del GASLIGHTING è tra le mura domestiche, non è difficile ipotizzare che chi è capace di metterlo in atto possa adottarne le tecniche, ove se ne presenti l'occasione, anche in altri contesti.

Cosa fare per poter aiutare le vittime di questi soggetti?
La prima cosa utile è l'informazione.

Immaginate una vittima che, una volta resasi conto della situazione in cui si trova, pensi alla possibilità di reagire: come fa a spiegare tutto questo? A chi lo potrà spiegare? Ha denaro e disponibilità di tempo a sufficienza per potersi far aiutare da professionisti? Sarà compresa?

Le sue possibilità aumenteranno proporzionalmente alla conoscenza di questi fenomeni nelle persone a cui si rivolgerà.

Anche per questo è stata creata una guida per gli operatori di Polizia, affinchè possano meglio riconoscere il fenomeno e gestire il contatto con le potenziali vittime di questi fenomeni (http://poliziadistato.it/articolo/10144-Stalking_dalla_Polizia_un_aiuto_per_vittime_e_operatori).

Generalmente, va aggiunto, il contesto (quasi sempre controllato dal molestatore) difficilmente potrà aiutare la vittima in maniera efficace.

Paura di problemi, indifferenza, pregiudizi, opera di diffamazione e manipolazione del gruppo da parte del molestatore, sembreranno alla vittima un muro invalicabile. Non va dimenticato che la stessa vittima, nella maggior parte dei casi, è una persona confusa e molto indebolita psicologicamente dal molestatore.

Se ricevete richieste di aiuto (che sono spesso “cifrate” e quindi non esplicite), offrite supporto. Anche il semplice ascolto e lo sforzo di comprensione posso fare, soprattutto all'inizio, moltissimo.

Chi chiede aiuto, del resto, ha già superato la fase di aver preso coscienza di essere vittima di uno di questi fenomeni, ma sente di trovarsi di fronte ad un problema enorme ed impalpabile, ramificato: un muro spesso e difficilmente sormontabile.

Se possibile, indirizzate queste persone a chiedere l'ausilio di professionisti: psicologi, avvocati, forze di polizia, centri di ascolto. Esortatele a documentarsi, anche in modo empirico, almeno inizialmente. Spesso queste persone non sanno nemmeno (o non si rendono pienamente conto) di essere vittima di qualcosa che è stato inquadrato, studiato, e magari anche punito dalla legge.

E' auspicabile un inquadramento normativo, credo, che punisca anche questa varietà di comportamenti la cui soluzione più efficace, nella fase iniziale, sembra essere proprio quella dell'auto-aiuto, e soprattutto dell'aiuto di chi ha contatti con la vittima, onde attivare poi una vera reazione che possa portare a interventi esterni, anche di tipo giudiziario.

La parte più difficile del viaggio è uscire dalla porta.
Nicky Persico

http://lightonstalking.blogspot.com/search?zx=afb02d62e26cabcb