22 giugno, 2009

GASLIGHTING




Dei fenomeni di molestia grave, oltre allo stalking, è stato circoscritto alche il GASLIGHTING (tratto dal sito: http://www.mentesociale.it/criminologia/gasllighting.htm):
C’è una violenza che non ha scoppi d’ira, al contrario, è muta, insidiosa, fatta di silenzi ostili alternati a motti pungenti. E’ una forma d’abuso antica, perpetrata in modo particolare tra le “sicure” mura domestiche, che lascia profonde ferite psicologiche. Con il presente contributo ho voluto fornire una panoramica generale sugli aspetti psicologici del gaslighting e, in maniera particolare, analizzare l’aspetto giuridico del fenomeno, cercando di offrire indicazioni operative alle vittime di tale condotta.
Gli aspetti psicologici del gaslighting: Il Gaslighting è una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale. Il termine è derivato dal titolo del film “Gaslight” (1944) del regista americano Georg Cukor, uscito in italiano con il titolo di “Angoscia” e tratto dalla pièce teatrale “Angel Street” di Patrick Hamilton (1938), rappresentata in Italia con il titolo “Via dell’angelo” o “Luce a gas”. Si tratta di un melodramma psicologico che narra della vita matrimoniale tra un uomo affascinante ed una bellissima donna. Dopo un periodo felice il rapporto si incrina ed il marito, con una diabolica ed artificiosa tecnica psicologica, alterando le luci delle lampade a gas della casa, spinge la moglie sull’orlo della pazzia. Solo l’intervento di un detective riuscirà a ristabilire la verità, scoprendo che il marito della vittima è uno psicopatico criminale
.”

Posto che l'inquadramento più frequente del GASLIGHTING è tra le mura domestiche, non è difficile ipotizzare che chi è capace di metterlo in atto possa adottarne le tecniche, ove se ne presenti l'occasione, anche in altri contesti.

Cosa fare per poter aiutare le vittime di questi soggetti?
La prima cosa utile è l'informazione.

Immaginate una vittima che, una volta resasi conto della situazione in cui si trova, pensi alla possibilità di reagire: come fa a spiegare tutto questo? A chi lo potrà spiegare? Ha denaro e disponibilità di tempo a sufficienza per potersi far aiutare da professionisti? Sarà compresa?

Le sue possibilità aumenteranno proporzionalmente alla conoscenza di questi fenomeni nelle persone a cui si rivolgerà.

Anche per questo è stata creata una guida per gli operatori di Polizia, affinchè possano meglio riconoscere il fenomeno e gestire il contatto con le potenziali vittime di questi fenomeni (http://poliziadistato.it/articolo/10144-Stalking_dalla_Polizia_un_aiuto_per_vittime_e_operatori).

Generalmente, va aggiunto, il contesto (quasi sempre controllato dal molestatore) difficilmente potrà aiutare la vittima in maniera efficace.

Paura di problemi, indifferenza, pregiudizi, opera di diffamazione e manipolazione del gruppo da parte del molestatore, sembreranno alla vittima un muro invalicabile. Non va dimenticato che la stessa vittima, nella maggior parte dei casi, è una persona confusa e molto indebolita psicologicamente dal molestatore.

Se ricevete richieste di aiuto (che sono spesso “cifrate” e quindi non esplicite), offrite supporto. Anche il semplice ascolto e lo sforzo di comprensione posso fare, soprattutto all'inizio, moltissimo.

Chi chiede aiuto, del resto, ha già superato la fase di aver preso coscienza di essere vittima di uno di questi fenomeni, ma sente di trovarsi di fronte ad un problema enorme ed impalpabile, ramificato: un muro spesso e difficilmente sormontabile.

Se possibile, indirizzate queste persone a chiedere l'ausilio di professionisti: psicologi, avvocati, forze di polizia, centri di ascolto. Esortatele a documentarsi, anche in modo empirico, almeno inizialmente. Spesso queste persone non sanno nemmeno (o non si rendono pienamente conto) di essere vittima di qualcosa che è stato inquadrato, studiato, e magari anche punito dalla legge.

E' auspicabile un inquadramento normativo, credo, che punisca anche questa varietà di comportamenti la cui soluzione più efficace, nella fase iniziale, sembra essere proprio quella dell'auto-aiuto, e soprattutto dell'aiuto di chi ha contatti con la vittima, onde attivare poi una vera reazione che possa portare a interventi esterni, anche di tipo giudiziario.

La parte più difficile del viaggio è uscire dalla porta.
Nicky Persico

http://lightonstalking.blogspot.com/search?zx=afb02d62e26cabcb

7 commenti:

  1. Non so quale forma di molestie io possa aver subito..
    Ma è una cosa che mi ha reso fragile, ha minato la mia femminilità (non mi trucco più, sempre molto coperta, anonima al massimo per non attirare l'attenzione).. Non ho subito minacce o insulti .. E' stato come un tarlo silenzioso .. che a poco a poco si insidia nel legno.
    E' stato un collega. Quasi tutte le mattine me lo trovavo per strada, tutte le sere mi correva dietro giù per le scale, tutti i giorni guardava qualsiasi cosa facessi al pc, le richieste di uscire,le battute, i commenti .. finchè mi ha seguita quasi a casa.
    Poche chiamate e pochi sms, quasi tutto di persona, quasi a non lasciare tracce.
    Ora grazie a lui sono rientrata in sede, perdendo il beneficio della trasferta (che con mutuo, tasse, varie ed eventuali) fa la differenza.
    E sto vivendo questo periodo con la consapevolezza di non essere creduta fino in fondo, di essere vista come un'esagerata.

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  2. il gaslighting è realmente come un tarlo insinuato, dal molestatore nella vittima, per far sfocare la personalità di chi lo subisce.
    è un comportamento subdolo, operato da una persona ancora più subdola viscida cattiva ed insicura, per assicurarsi la manipolazione dell'altro. ho subito e subisco il gaslighting, forse perchè sbaglio nello scegliere i compagni, ma so anche che la paura dei problemi e la solitudine riescono a far sopportare qualsiasi cosa, così cerchi di tenere forte la tua personalità...fino a quando non ti trovi davanti la scelta se voltargli le spalle o accettare ancora

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  3. Ciao, per il mio blog stò approfondendo tutte le tecniche di manipolazione mentale ed ho riportato anche il tuo scritto. Grazie, non conoscevo questo aspetto e definizione. Sincerità

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  4. mi ritrovo a piangere tutte le sere...perchè ho perso il lavoro, perchè tutti mi addittano, perchè mi sento sola, ma sopratutto perchè ho perso un bambino a 39 anni. Ero incinta, gestivo una cooperativa che navigava in brutte acque a causa di debiti verso l'inps, io rappresentavo la compagine sociale e diversi soci hanno infierito contro di me (già in gravidanza a rischio) fino a farmi abortire! esiste un termine per il mobbing verso i datori di lavoro?

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  5. Io subisco questo fenomeno dai miei genitori. Ho 34 anni. Non vivo con loro da molto tempo. Cosa posso fare? Chiudere i rapporti? Ha senso?

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  6. Ho amato quella sua fragilità dovuta alla sua malattia, accettando i suoi limiti, le sue insicurezze, sacrificando una parte di me....mi sembrava solo gelosia la sua, solo paura di perdere i privilegi, la facciata, l'amore...subito erano piccoli i tarli quelli che insinuava nella mia mente, poi sempre piu' grandi: minava i rapporti con mio figlio, con i parenti, le amiche, i colleghi di lavoro..continuavo a 'perdere' i cellulari, documenti, foto, mi diceva che ero stanca, esaurita che era normale dopo lo stress dovuto alla malattia e successivo lutto di una persona a me cara, diceva che ero diventata strana, che si parlava di me come una matta e che mio figlio adolescente gli riferiva di avere la madre bipolare ... ma lui mi amava così, mi 'accettava' lo stesso e giorno dopo giorno faceva in modo che mi allontanassi dai 'mostri' che lui stesso mi creava attorno. Avevo il dubbio che mi rodeva, non sapevo più cosa pensare, a chi credere: a lui o al mio istinto che mi diceva 'scappa' .... Poi l' apoteosi quando gli dico che voglio fare chiarezza su alcune cose riferite, fatte, dette e che volevo staccarmi x capire meglio il sentimento che ci legava e a come mai non mi sentivo più amata ma solo soffocata...la rabbia gli ha fatto fare passi esagerati che gli hanno tolto la maschera, quella maschera di bravo ragazzo, di quello sicuro, sereno, onesto e innamorato. Era lui il mostro.... mi sono salvata dall'inferno senza rendermene conto! Fu così che per capire mi imbattei nei termini gaslighting, stalking e conobbi le possibili e innumerevoli violenze psicologiche e non che una donna a volte si trova costretta a subire, in nome di un amore malato, per paura, per solitudine, per disistima....Capita l'importante è prenderne coscienza!

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