29 luglio, 2008

La Mattanza delle Donne


Anche ieri è "caduta" un'altra donna in quella che sembra essere diventata una guerra tra i ruoli in cui l'uomo esercita, fino alla morte, il predominio sulla donna. Non è un discorso femminista perchè nella stragrande maggioranza dei casi questi omicidi avvengono quando la donna decide di lasciare il suo uomo.
Ieri è toccato a Barbara Brandolini di Bergamo, 27 anni, morta soffocata dal suo ex fidanzato.

Non passa settimana che la cronaca non ci dia la terribile notizia di qualche donna uccisa brutalmente. Qualche caso ci colpisce in modo particolare per la sua ferocia, come nel caso di Lorena Cultraro, la ragazzina siciliana stuprata, pestata, strangolata e poi gettata nel pozzo da tre giovani e brutali assassini (mi hanno ricordato il caso del Circeo).

Oppure come il caso di Jennifer Zacconi, la giovane ventenne ammazzata qualche giorno prima di partorire dal suo compagno oltre che padre del bambino, Hevan. Di molte altre donne non si parla più.

Da alcune settimane il governo si occupa della legge sulla sicurezza e, in particolar modo, i riflettori si sono accesi sui rom e sugli extracomunitari. Siamo tutte ben felici di poter andare in giro sentendoci più sicure, ma il problema è che...questi assassini sono quasi tutti italiani e di solito sono amici, conoscenti, mariti, ex mariti, fidanzati ed ex fidanzati. Gli assassini e gli stupratori ci vivono accanto e stanno, quasi sempre, tra le nostre stesse mura domestiche!

Oggi manca la cultura del rispetto per la donna e tutte queste carneficine ne sono la tragica dimostrazione. Non si capisce perchè non si parli di questo fenomeno, purtroppo in ascesa, come di un'emergenza nazionale e perchè la pena comminata nei confronti di chi uccide una donna (a maggior ragione se incinta) per motivi di gelosia o di vendetta non debba essere che l'ergastolo.

Bisognerebbe, secondo me, educare fin da piccoli i bambini ad avere rispetto per l'universo femminile, perchè nessuno ha il diritto di troncare la vita di un'altra persona. Quel diritto spetta solo a Dio.

http://escialloscoperto.blogspot.com

23 luglio, 2008

Cassazione: il marito è violento? Vietato l'ingresso nei locali frequentati dalla moglie


ROMA (19 luglio) - Il marito manesco, separato o ancora coniugato che sia, si può vedere inibito, per ordine del giudice, l'ingresso in tutti «i luoghi frequentati abitualmente dalla moglie»: dalla casa coniugale, al bar, al supermercato e via di questo passo. Il concetto è che i due evitino le occasioni di incontro. Parola di Cassazione, che ha confermato l'allontanamento dalla casa familiare a Gabriele P., un 43enne di Cagliari indagato per maltrattamenti in famiglia che, pure abitando nello stesso palazzo della consorte, era andato a vivere in un appartamento separato con tanto di ingresso indipendente. Nonostante ciò, ogni qualvolta all'uomo capitava di incontrare la consorte, ricostruisce la sentenza 28958 della Sesta sezione penale, diventava violento e le metteva le mani addosso. Da qui il provvedimento adottato dal Tribunale della Libertà di Cagliari, nell'ottobre 2007, convalidato ora da piazza Cavour.

La sentenza. Scrive la Cassazione che «le inevitabili possibilità doi incontro tra le parti non impedirebbe comunque la reiterazione del reato», ecco perchè è legittimo «non solo l'allontanamento dal convivente dalla casa familiare, ma anche la prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa». Inutilmente Gabriele P. si è rivolto alla Cassazione, sostenendo che l'allontanamento dalla casa familiare poteva essere applicato solo in ipotesi «di reale ed effettiva convivenza, e non pure in ipotesi in cui il soggetto del reato dimori in casa autonomamente e in via esclusiva». Il Supremo tribunale ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha ricordato che «l'allontanamento dalla casa familiare non presuppone necessariamente la convivenza tra le parti, ma è applicabile anche quando l'indagato abbia già abbandonato il domicilio domestico per intervenuta separazione coniugale».

Nel caso in questione, poi, la Suprema Corte, ha evidenziato che «correttamente il Tribunale ha escluso ogni rilevanza alla circostanza che i coniugi abitassero in due distinte unità abitative dello stesso immobile sul rilievo, tutt'altro che illogico, che i predetti condividono comunque gli spazi comuni, dove sono avvenuti i fatti di causa e ciò non impedirebbe le innumerevoli possibilità di incontro tra l'indagato» e la consorte maltrattata e quindi l'occasione per la reiterazione delle condotta criminosa». Ecco perchè il tribunale, alla luce di queste considerazioni, evidenzia come l'art. 282 bis c.p.p. «prevede espressamente non solo l'allontanamento del convivente dalla casa familiare, ma anche la prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente fequentati dalla persona offesa». Lo scopo è quello di ridurre il più possibile, se non proprio annullare, le occasioni di incontro tra la coppia.


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=27976&sez=HOME_INITALIA

22 luglio, 2008

"Anche coi jeans è stupro"



Lo ha stabilito la Cassazione. I pantaloni non sono "una cintura di castità" che impedisce i tentativi di qualcuno di poter toccare le parti intime di chi li indossa. Il caso riguarda una ragazza di 16 anni della provincia di Padova che aveva più volte subito "atti di libidine" da parte del convivente della madre. L'uomo, R.P. di 37 anni era stato condannato dalla Corte di Appello di Venezia ad un anno di carcere.

21/07/08, http://notizie.libero.it/

15 luglio, 2008

L'Onestà


Mi capita spesso guardando trasmissioni popolari dove gli ospiti sono dei personaggi politici, di osservare l'immagine che essi danno al telespettatore.

Le loro parole, i discorsi e il modo in cui li pronunciano, la loro postura...fanno capire che sono tutte persone animate da sani principi come l'altruismo e il voler lavorare per migliorare la vita degli altri (lavoro, sanità, giustizia, ecc..).

E' davvero incredibile vedere come così tante persone (e non soltanto i politici) si adoperino in questo senso, ma la società e la qualità di vita della popolazione peggiorano ogni giorno di più! Quale sarà il motivo?

L'interesse privato. Non c'è nulla, non c'è ideale che tenga quando sull'altro piatto della bilancia c'è un interesse più appetibile e lucrativo per se stessi e per la propria famiglia. Ho preso come esempio quello dei politici perché sono quelli più 'visibili', ovvero quelli che 'ci entrano in casa' attraverso i mezzi d'informazione (TV, giornali, ecc..) in ogni momento della nostra giornata. E sono anche i personaggi più attaccati in assoluto (vedi le continue polemiche e i provvedimenti giudiziari che li riguardano..).

In realtà quello della 'doppia identità' è un fenomeno diffusissimo nella nostra società, a cominciare dai livelli più bassi. Ogni tanto i mass media sollevano qualche scandalo (il paziente che muore in ospedale in circostanze sospette, la giunta comunale corrotta, ecc..) ma poi ritorna tutto nella..rassegnazione. Perché il mondo è quello che è...

Oggi l'onestà, intesa come fedeltà ai propri valori morali, anche se predicata da molti, è soppiantata dall'interesse personale.

Oggi la disonestà nei confronti del proprio simile, ha mutato aggettivo. Si è trasformato in "furbizia", "capacità di cavarsela", "avere le palle e fare le scarpe agli altri"... la furbizia è, a mio modo di vedere, qualcosa che ha a che fare con l'intelligenza dell'uomo che opera nel bene e la disonestà e la scorrettezza...non c'entrano nulla!

Non stupiamoci dunque se la società va sempre più alla deriva...anche noi ne facciamo parte e ne diamo il contributo...iniziamo perciò a chiamare le cose col loro nome e a scindere la furbizia dalla disonestà!

http://escialloscoperto.blogspot.com

13 luglio, 2008

Proposta-choc della ministra: «Telefono verde per i violenti»


«Così si scarica l’aggressività a parole invece che con le botte»

DAL CORRIERE.IT 11.06.08
MADRID— Nell’ultimo anno la Spagna ha contato oltre 126 mila casi di maltrattamento (secondo gli esperti il 90 per cento non vengono denunciati). Il 95 per cento delle vittime sono donne. Trenta sono state uccise dai propri mariti o compagni nel 2008 (74 nel 2007). L’autorità giudiziaria ha emesso quasi 80 mila ordini di protezione (gli agenti preposti al servizio sono 1.614). Gli 83 tribunali istituiti con la legge del 2005 per giudicare i «crimini machisti» annaspano per il troppo lavoro. Il governo Zapatero ha deciso di correre ai ripari puntando anche sulla prevenzione. La ministra dell’Uguaglianza Bibiana Aído, trentunenne andalusa, la ragazza blogger del governo (anche se il suo ministero non ha ancora un sito Internet) nella sua prima apparizione in Parlamento ha presentato un pacchetto di misure. Quella che fa più discutere è l’istituzione di una nuova linea verde. Un telefono amico. Per le vittime? No, per gli aggressori. Se lo 016 è già in funzione per le donne maltrattate, il nuovo numero — ancora da definire—sarà riservato agli uomini (potenzialmente o di fatto) violenti. Un call center alla camomilla, gestito da psicologi e assistenti sociali che avranno il compito — ha detto la Aído — di «aiutare le persone a incanalare l’aggressività anziché ricorrere alle botte».

http://www.stalking.it/

05 luglio, 2008

L'assedio dell'ex partner che finge amore ma cerca vendetta


Uomo, partner o ex-partner. Età compresa tra 21 e 30 anni. Per sfiancare le sue vittime usa il telefono fisso, il cellulare, invia Sms o e-mail, e non le «molla» prima di un anno. È questo l'identikit della persona che si cela dietro i silenzi alla cornetta, dello «stalker» per antonomasia.

Ma stalker può essere chiunque. Uomo o donna, adolescente o anziano, amico o nemico, vicino di casa o sconosciuto, addirittura un genitore, una persona ferita nell'intimo o uno psicopatico. Lo stalker può disturbare, in rari casi essere piacevole, in altri ancora uccidere. Una ricerca dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia indaga l'universo dello «stalking», cercando di comprendere le motivazioni e le dinamiche psico-comportamentali che scatenano gli stalker, e tentando di predisporre azioni efficaci di prevenzione. Un mondo descritto anche dallo psicologo Massimo Lattanzi in un libro intitolato «Finché morte non ci separi» (Edilservice Editore). Lo studio dell'AICP, se da un lato conferma che nel 55% dei casi lo stalking è legato a relazioni di coppia, dall'altro fornisce dati interessanti su altre tipologie. Nel 25% dei casi, gli stalker si annidano nei condomini. Il caso limite della strage di Erba ne è un esempio. Il 5% dei casi li vede in azione all'interno dei nuclei familiari. Nel restante 15%, si fa riferimento invece all'ambiente di lavoro e ad altre circostanze in cui si colloca la tipologia del «perfetto sconosciuto». Più in particolare, gli stalker estranei alla vittima rappresentano l'8%, contro il 33 degli amici e dei conoscenti. Il 4% dei molestatori possono essere parenti, il 9% colleghi di lavoro, nell'1% dei casi clienti più o meno soddisfatti. Nel 43% dei casi, però, si tratta di partner o ex-partner che non si sono rassegnati alla fine del rapporto. La telefonata, con o senza sospiro, che tanto piace agli sceneggiatori di thriller, horror e film erotici, è il mezzo più gettonato tra i molestatori con il 75% di preferenze. Oggi, però, con le nuove tecnologie, gli stalker meno attempati scelgono il 60% delle volte di usare sms o e-mail, meno inquietanti, certo, della cornetta, sicuramente più comodi ma sempre fastidiosi. I molestatori meticolosi, l'8%, restano però fedeli alla lettera scritta a mano. Il 38%, nudi o vestiti sotto l'impermeabile, scelgono il pedinamento, un altro classico che non passa mai di moda. I più arrabbiati, e sono il 2%, preferiscono danneggiare, magari l'auto o la buca delle lettere del malcapitato o della malcapitata di turno. Per lo stalker gentiluomo, l'8%, il regalo resta invece un punto fermo. Poco gentiluomo, comunque, se si tratta di un pacco bomba. Ma è la perseveranza la qualità che rende gli stalker così assillanti. Il 42% della categoria perseguita la vittima per un periodo individuato mediamente in 12 mesi. Solo l'11% si accontenta di «rompere» per una settimana. E i perseguitati? Nella Regione Lazio, sempre secondo lo studio dell'AICP, su 600 soggetti intervistati, 126 denunciano di essere stati/e o essere vittime di stalking, e nel 49% dei casi si tratta di persone comprese tra i 21 e i 30 anni. Donne, nella maggior parte dei casi.

Matteo Vincenzoni
http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/06/23/894192-assedio_dell_partner_finge_amore_cerca_vendetta.shtml
23/06/2008